Il nostro spumeggiante mondo della street art è sempre in movimento e come da copione spuntano puntualmente fatti assai bizzarri che non possiamo far a meno di rigirarvi. Partiamo quindi con Shepard Fairey, sarebbe a dire lo street artist più fake della scena internazionale, ha finalmente ammesso di aver scopiazzato a man bassa il suo poster Hope (quello che ha praticamente fatto da icona guida alla campagna per le presidenziali di Obama nel 2008) da un’immagine di proprietà dell’Associated Press.
Adesso il nostro rischia fino una multa da 5000 dollari e fino a sei mesi di reclusione, potrebbe essere la volta buona per togliercelo di mezzo per un poco di tempo. Nel frattempo a Mosca impazzano i murales del Banksy russo. Parliamo di P183, street artist moscovita che solitamente crea opere a carattere politico ed in russia questo tipo di street art non ha certo vita facile.
Ma questi, si sa, sono i rischi del mestiere e P183 sta già preparando un’azione storica su cui vige il più stretto riserbo. Guai a chiamarlo Banksy però: “Abbiamo una causa comune ma i nostri stili sono fondamentalmente diversi” ha dichiarato P183 alla stampa internazionale, noi però qualche somiglianza con il suo collega di Bristol la vediamo eccome. Street art di protesta anche in Spagna, a Valencia, dove Escif ha rappresentato alcuni agenti di polizia intenti ad aggredire un libro a suon di manganello.
Trattasi di un murale di protesta contro i tagli all’istruzione annunciati di recente dal governo spagnolo. Non a caso l’opera di Escif s’intitola Education for Citizenship. Passiamo infine a San Francisco dove Mark Reigelman e Jenny Chapman hanno realizzato un’installazione temporanea contro l’arroganza della colonizzazione occidentale. Si tratta di una vera e propria cabina in legno posta sulla facciata laterale di una palazzo. L’insolita installazione, che di notte si illumina, è subito divenuta un polo d’attrazione per i curiosi di tutta la città.