Il FAI – Fondo Ambiente Italiano rende omaggio all’artista internazionale simbolo della video art Bill Viola con la mostra Bill Viola. Reflections nella prestigiosa sede di Villa e Collezione Panza a Varese dal 12 maggio al 28 ottobre 2012.
Le dodici videoinstallazioni in mostra documentano la ricerca artistica di Bill Viola dalla metà degli anni Settanta a oggi e sono state pensate e scelte dall’artista appositamente per Villa Panza, celebre nel mondo per la collezione d’arte contemporanea che Giuseppe Panza di Biumo vi ha raccolto a partire dagli anni ’50. I lavori di Viola dialogheranno, quindi, in una “affinità elettiva” con l’humus della collezione di Giuseppe Panza, in un progetto che trasformerà lo spazio espositivo delle Scuderie e di un’ala del primo piano della Villa in un percorso di spiritualità, un viaggio tra luce, colore e misticismo.
Bill Viola, genio lirico e poetico della videoarte, è pioniere della tecnica filmica in formato videotape, che sperimenta a partire dal 1972 insieme ad altri due maestri come Bruce Nauman e Nam June Paik. L’artista usa il video per esplorare il fenomeno della percezione, inteso come cammino per giungere alla conoscenza di se stessi. Il suo lavoro si concentra sulle universali esperienze dell’uomo come la nascita e la morte, e ha le sue radici nell’arte occidentale e orientale così come nelle diverse tradizioni spirituali, dal buddismo zen, al sufismo islamico, al misticismo cristiano.
“Una delle caratteristiche degli esseri viventi – dice Bill Viola – è di possedere molti io, identità molteplici fatte di momenti contraddittori e capaci di trasformazioni all’istante. Questo per me è la cosa più eccitante del lavoro dell’artista. Mi ha insegnato che il vero materiale grezzo non sono la telecamera e il monitor, ma il tempo e l’esperienza stessa, e che il vero luogo in cui esiste l’opera non è la superficie dello schermo, ma la mente e il cuore della persona che la osserva. E’ là che tutte le immagini vivono”. La bellezza dei suoi video è tutta nell’assenza di retorica, nell’apparente minimalismo delle inquadrature, nella teatralità raffinata ed elegante che non stanca ma sa intrigare le aspettative dello spettatore. In “The Nantes Triptych” (1992), in mostra a Villa Panza, per esempio, Viola adotta la forma tripartita della pala d’altare trecentesca per mettere in scena da un lato l’atto della nascita, dall’altro quello dell’ultimo respiro, e al centro, quasi a segnare una pausa tra un tempo e uno spazio e l’altro, una figura sospesa in acqua. Il concetto di memoria ha un ruolo fondamentale nell’arte elettronica di Bill Viola. L’artista americano è noto per coniugare tecnologie avanzatissime con il patrimonio figurativo, emotivo ed espressivo del passato, con particolare riguardo al corpus della pittura medioevale e rinascimentale di carattere religioso.