Il film animato di Gore Verbinski vede Johnny Depp a dare la voce al protagonista, ma per noi è uguale. Tanto per farla breve: non hanno nemmeno scelto l’abituale doppiatore di Johnny Depp che pare abbia una voce troppo da adulto per un cartone.
Dunque ci perdiamo anche il fatto che i gesti di Rango siano disegnati ricalcando davvero quelli dell’attore. Distratti dalla voce infantile più adatta ai nostri schermi tutto questo va via.
In qualche modo il film credo sia un’inno al contempo alla vita e alla morte del cinema di genere western.
Non si va tanto per citazioni quanto per luoghi. Luoghi intesi come logos, dal greco λέγειν (léghein) che significa scegliere, raccontare, enumerare.
Si raccontano i personaggi che hanno caratterizzato il western, la loro parodia (nel senso di maniera). Personaggi riscontrati e riscontrabili in numerosi film trasformati in insetti antropomorfi, che sarebbe come dire trasformati in camminata, viso, barba, età, caratteristiche, ragion d’essere.
Lo “Spirito del West” con i Guardiani d’oro è purtroppo per noi, un vecchio attore ricco solo di statuette simili agli Oscar. Tuttavia è ancora in grado, grazie al mondo dei sogni che ha creato, di ispirare le azioni pure del protagonista.
La città nuova cresce sulla città vecchia e la gara a controllare l’acqua somiglia alle speculazioni con cui il vecchio sogno di grandezza ha lasciato il campo alla città degli industriali e degli acquisti.
È la fine della crudezza verace, piena di difficoltà certo, ma condita anche di un sogno di futuro.