“La storia della de-creazione ci ricorda che l’arte è anti-tecnica. Se ho organizzato questo concetto come una sorta di ‘teatro’, non è solo per estendere l’idea di teatro della defigurazione, descritta da Jaques Rancière nella sua storia della pittura astratta, a tutte le pratiche artistiche, ma è anche per dimostrare la reversibilità di creazione e de-creazione che sono parte dell’opera in ogni circostanza, sia nel momento in cui il processo creativo si qualifica come opera d’arte, sia in quello del suo declassamento a prodotto/feticcio culturale.
La ‘Reversibilità’ del titolo fissa le basi di questo pensiero al quale Marcel Duchamp, molto tempo fa, ha proposto una soluzione in forma di domanda: ‘È possibile fare opere che non siano arte?’. ‘Reversibility – A Theatre of De-Creation’ inverte i termini di questa affermazione chiedendosi: ‘È possibile fare arte che non sia un’opera?’” (PBB)
Reversibility è un progetto in tre parti. Alla prima, che si è svolta nell’ambito di Frieze Art Fair a Londra nel 2008, faceva da cornice un’opera storica di David Lamelas, Dos Espacios Modificados (1967). La seconda, presentata nel 2010 al CAC Brétigny, era costruita attorno a Floating Wall, una delle ultime opere realizzate da Robert Breer. Il terzo e ultimo appuntamento, presentato da Peep-Hole, è scandito dai ritmi di No Necesita Titulo (1990–2012), opera di Isidoro Valcárcel Medina, che si basa sulla consegna quotidiana dei pasti provenienti dalle mense di carità della città in cui l’opera viene presentata. In mostra le tre tavole apparecchiate con tovaglie, piatti e bicchieri ma senza posate e tovaglioli, non invitano il pubblico a sedersi e consumare il pasto, ma a guardarlo in silenzio e “mangiarlo con gli occhi”. In occasione della mostra verrà pubblicato il catalogo dell’intero progetto Reversibility – A Theatre of De-Creation, edito da Mousse Publishing.
Reversibility – A Theatre of De-Creation è parte di Six Ways to Sunday, un programma pluriennale con il quale ogni anno Peep-Hole dedica un evento alla collaborazione con un’istituzione d’arte contemporanea, diventandone temporaneamente la project room satellite. Dopo MUSEION Bolzano nel 2010 e CAC Vilnius nel 2011, l’edizione del 2012 vede protagonista il CAC Brétigny
A cura di Pierre Bal-Blanc
Artisti: Andrea Büttner, Esther Ferrer, Felix Gonzalez-Torres, Sanja Ivekovic, Ben Kinmont, Jiří Kovanda, Marcello Maloberti, Teresa Margolles, Emilie Parendeau, Martha Rosler, Santiago Sierra, Slaven Tolj, Isidoro Valcárcel Medina.
Inaugurazione martedì 10 aprile, ore 18.30