La mostra personale di Nate Lowman Swiss Cheese and The Doors: A One Night Stand inaugura l’11 aprile presso la galleria Massimo De Carlo. Rispecchiando i diversi flussi di pensiero dell’artista, nella sua prima personale a Milano sono presenti circa quaranta nuovi lavori, organizzati in una narrazione sperimentale attraverso gli spazi della galleria.
Nel corso di diversi anni di carriera prolifica, che vede la sua partecipazione a mostre collettive e personali presso le principali sedi espositive dedicate all’arte contemporanea di New York, Oslo, Londra, Roma e Hydra, Lowman affina tecniche e approfondisce temi che vengono ora sviluppati e riproposti. L’artista è solito prelevare ritagli di immagini da una collezione, tuttora in corso, di giornali e riviste, cose trovate online, per la strada o nel suo studio. I suoi dipinti, così particolareggiati da sembrare stampati, sono in realtà creati attraverso l’utilizzo di pittura alchidica o ad olio, utilizzando come supporto il lino o la tela. Attraverso i suoi lavori Lowman esprime il potenziale metonimico delle immagini, creando un perfetto parallelismo tra visione iconica della rappresentazione e ricerca di differenti livelli di significato personali, culturali e storici. Negli spazi della galleria l’artista sviluppa questo metodo di selezione e posizionamento attraverso una nuova serie di tele variamente sagomate, che interagiscono con lo spazio, incorporando porte di recupero nell’architettura esistente e coprendo le luci della galleria con pellicole colorate per ricreare l’atmosfera dell’alba e del tramonto, sconfinando tra ricognizione istintiva e memoria culturale.
In mostra, inoltre, una nuova serie di dropclothes, teli protettivi posizionati sul pavimento dello studio dell’artista per raccogliere gocce di vernice, intelaiati come fossero dipinti e tabletops, piani di tavoli da lavoro segnati da rimasugli di pittura e vernice. In contrapposizione alle dichiarazioni esplicite dei suoi lavori grafici, questi lavori ricollocano l’attività pittorica dell’artista in una dimensione più celata e visionaria.
Nate Lowman, nato a Las Vegas nel 1979, vive e lavora a New York. Dopo la partecipazione alla mostra collettiva Unmonumental al New Museum di New York nel 2007 ha catturato l’attenzione di pubblico e critica. Le sue opere sono state descritte dal New York Times come “complesse escursioni nel collage, nei graffiti e nell’appropriazione”. Ha partecipato alle esposizioni collettive Fresh Hell presso il Palais de Tokyo, Parigi (2010), Haunted: Contemporary Photography/Video/Performance al Solomon R. Guggenheim Museum, New York (2010), Off the Wall: Part 1 – Thirty Performative Actions al Whitney Museum, New York (2010), The Last Newspaper al New Museum, New York (2010), Mapping the studio presso Punta della Dogana / Palazzo Grassi, Venezia (2009), New York Minute: 60 Artisti della scena newyorchese al MACRO Future, Roma (2009), Beg Borrow, Steal presso la Rubell Family Collection, Miami (2009). Tra le mostre personali The Natriot Act all’Astrup Fearnley Museum, Oslo (2009) e Nate Lowman, The Hydra Workshop, Hydra, Grecia (2009).