Un’interessante provocazione mascherata da articolo è comparsa in questi ultimi giorni sulle pagine del Guardian. A stilare lo scritto è stato il sempreverde critico Jonathan Jones, una figura certamente non nuova alle provocazioni. Terreno della contesa è la sequela di mostre blockbuster che il Regno Unito ha servito come contorno per accompagnare i Giochi Olimpici di Londra 2012.
La capitale britannica ha infatti da diverso tempo lanciato un ricco piano culturale da affiancare alle giornate sportive. Tra le mostre blockbuster citate poc’anzi figurano quella dedicata al folletto della YBA mr. Damien Hirst, quella del suo antagonista David Hockney e quella dedicata al genio pittorico del compianto Lucian Freud. A dire il vero la lista dei grandi maestri dell’arte con una mostra all’attivo durante i Giochi Olimpici sarebbe ancora più lunga, si potrebbe infatti aggiungere la mostra di Anish Kapoor e quella di Martin Creed ma pur continuando su questa linea ci renderemmo conto di un unico comune denominatore. Ad animare le mostre in questione sono infatti solamente i maschietti mentre le femminucce sono state lasciate a casa.
Già, forse avevano ragione le Guerrilla Girls quando crearono il celebre manifesto con su scritto: “Do Women have to be naked to get into the Met. Museum?”. In quel frangente il battagliero gruppo artistico si accorse che tra le opere d’arte esposte al Metropolitan Museum di New York, l’83% era costituito da nudi femminili ma solo il 3% del totale delle opere esposte era stato creato da artiste donne. Parlare di femminismo al giorno d’oggi può sembrar un tantino anacronistico ma è un dato di fatto che l’unica mostra blockbuster con un’artista donna è quella dedicata a Gillian Wearing dalla Whitechapel Gallery. “dove sono finite le nostre Bridget Riley, Rachel Whiteread e Sarah Lucas? Anche loro meriterebbero una mostra con tutti i santi crismi?” continua il nostro Jonathan Jones e noi non possiamo certo dargli torto. Il Regno Unito è pieno di artiste talentuose ed affermate. E’ giunto il momento di “metterle in mostra”.