Cose strane accadono dalle nostre parti. Già, anche se al di fuori dei nostri confini la crisi economica non è certo scongiurata, i governi delle altre nazioni che tempo fa erano solite definirsi “avanzate” lottano duramente per difendere la cultura. Noi invece che con la cultura ci abbiamo sempre campato, vedi orde di turisti nelle città d’arte, non riusciamo nemmeno a far funzionare quello che ci è rimasto.
Questa crisi economica avrà pur bloccato la crescita ma di fatto la situazione è ben più grave, vale a dire che più che un stallo questa ci sembra una vera e propria involuzione. Nello specifico, basti pensare alle nostre grandi manifestazioni nazionali ed internazionali di arte contemporanea ed ai nostri musei per accorgersi di una condizione gravissima che peggiora al continuo variar della situazione politica. Oltre al commissariamento del MAXXI vi sono molti punti oscuri nella gestione della nostra sfera del contemporaneo. Basti pensare alla nomina per il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura: a quattro mesi dall’inizio della grande kermesse il ministro Ornaghi non ha ancora nominato nessuno. Come se non bastasse anche per la Biennale delle Arti Visive non abbiamo ancora un nome certo per il Padiglione Italia.
I tempi sono ridotti all’osso e non si è ben capito come possa un professionista dare il meglio se non ha tempo e mezzi per lavorare. Inoltre, dopo il Padiglione Minestrone Italia di Vittorione Nazionale© dovremmo far qualcosa per un pronto riscatto, ed invece nulla. Al Whitney Muesum non è neanche finito lo show The Ungovernables che già sono stati annunciati i prossimi curatori della Triennial del 2015. Laura Cornell e l’artista Ryan Trecartin avranno quindi tre anni di tempo per presentare al meglio il loro progetto. Dalle nostre parti, nel frattempo, è sparita la Quadriennale di Roma, nessuno sa dove si terrà ed ormai è chiaro che la manifestazione non si terrà affatto. Dalle nostre parti si va di fretta solo quando si muove la forchetta.