Qualche giorno fa avevamo pubblicato un articolo circa un sondaggio operato dall’associazione americana W.A.G.E. Nel frangente l’associazione aveva redatto un sondaggio prendendo in esame 577 giovani artisti. Obiettivo del sondaggio era ovviamente quello di capire quanti di essi venivano in qualche modo retribuiti (o le loro spese vengono coperte ad esempio la produzione delle opere) dalle gallerie che ospitano le loro mostre. Alla domanda: avete mai ricevuto qualche forma di pagamento per la partecipazione ad una mostra?
Le risposta è stata No per il 58.4% degli artisti intervistati e SI per il 41.6% un dato a dir poco vergognoso, visto quanto costa produrre una serie di opere per una mostra. Ebbene, se si estende il discorso a tutto il mondo del freelance culturale, vale a dire al giornalismo, alla fotografia, alla moda e quanto altro le cose peggiorano di gran lunga. Eppure il freelance rappresenta una realtà lavorativa in continua espansione. Le redazioni dei giornali non possono più permettersi fotografi e giornalisti a tempo indeterminato e lo stesso accade agli studi d’architettura, agli studi di design, alle fashion house eccetera eccetera. Non ci sarebbe niente di male nel ricoprire l’incarico di libero professionista, a patto che questo venga regolarmente retribuito. Ed invece le cose non vanno esattamente così, visto che la maggior parte dei poveri lavoratori freelance, come i pubblicisti ad esempio, non vengono pagati nemmeno un centesimo per i loro servigi e nel migliore dei casi vengono ampiamente sottopagati.
Ribellarsi a questo meccanismo, ormai radicato all’interno di ogni nazione per così dire civilizzata, sembra impossibile ma negli Stati Uniti ci stanno perlomeno provando. Una piattaforma, The World’s Longest Invoice (la fattura più lunga del mondo), ha infatti iniziato a raccogliere le testimonianze dei lavoratori freelance americani che non sono mai riusciti a farsi pagare per i loro servigi. C’è chi ha fatto un sito web, chi ha curato gli effetti speciali per un film e chi ha lavorato in uno studio di registrazione. La caratteristica che accomuna questi lavoratori è sempre la stessa: non sono stati mai pagati. I lavoratori che arrivano sul sito possono immettere l’importo del loro pagamento, questo va a sommarsi con quello degli altri lavoratori. Ad oggi, la fattura più lunga del mondo ammonta a circa 16 milioni di dollari e l’obiettivo della piattaforma è raccogliere quante più testimonianze possibili per presentare poi il conto all’agenzia delle entrate locale.