Giovedì 16 maggio alle ore 19.00 allo Studio Trisorio, in via Riviera di Chiaia 215, si inaugura una mostra di Luciano Romano dal titolo Lo sguardo obliquo. Sarà esposto il suo ultimo lavoro fotografico che ha come tema le scale, intese come metafora del costante desiderio dell’uomo di tendere all’assoluto e al trascendente, partendo dalla pesantezza e dall’opacità della pietra per mirare alla luminosità del cielo. Per quanto siano grandiose, articolate e imponenti, esse conservano un rapporto intimo e diretto con il nostro corpo che le percorre misurandole col proprio passo.
Le opere di Luciano Romano non descrivono spazi dall’identità definita, ma luoghi dello spirito, possibili zone di passaggio tra la materia e l’anima rese evidenti dal conflittuale alternarsi di luce e ombra. La fotografia è il linguaggio che meglio si adatta a questo processo di trasfigurazione, cattura lo sguardo e lo destabilizza in un imprevedibile gioco combinatorio tra la lucida, geometrica rappresentazione del mondo visibile e la ricorrente visione onirica.
Nei suoi fotogrammi gli elementi della realtà cedono il passo alle vertigini ossessive delle immagini mentali rivelando forme che s’inseguono con andamento ipnotico, rampe che si avvolgono verso un chiarore abbagliante o che sprofondano nel buio di una voragine senza fondo. Spazi fisici che alludono inevitabilmente a stati d’animo.
Luciano Romano
Formatosi in ambito teatrale, riceve all’età di 25 anni il primo incarico come fotografo di scena dal Teatro di San Carlo nella sua città, Napoli, a cui seguiranno quelli del Teatro alla Scala e di altri palcoscenici internazionali. Sensibile alla ricerca sui nuovi linguaggi della fotografia, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti come il premio Atlante Italiano 003, conferitogli dal Ministero per i Beni Culturali e dalla Triennale di Milano e la nomination al Prix BMW – Paris Photo nel 2007; nel 2010 è stato finalista del premio ACEA e nel 2012 del Premio Arte Laguna. Ha esposto alla X Biennale Architettura di Venezia nel 2006 e all’Expo Universale di Shanghai nel 2010. Sempre nel 2010 ha partecipato alla mostra Napoli O’Vero al Museo MADRE di Napoli e a Cantiere d’Autore al MAXXI. Recentemente ha preso parte a progetti artistici al fianco di artisti quali Robert Wilson, Shirin Neshat, Peter Greenaway. Sue opere sono inserite in numerose raccolte pubbliche e private tra le quali la Robert Rauschenberg Estate di New York, MeMus Museo del Teatro di San Carlo, e la collezione di fotografia del Museo MAXXI di Roma.