Maurizio Savini e Riikka Vainio: DOMESTIC FOREST
Fino al 23 settembre
“Traccio una casa intorno a me per farla abitare soltanto per un istante” Domestic forest è l’evoluzione o, se vogliamo, la naturale conseguenza di una performance. È un’azione che tenta di edificare uno spazio senza costruire nulla, senza erigere alcun tipo di steccato o recinzione, apparentemente negando lo spazio stesso. È un accampamento. E sebbene tale vocabolo evochi nell’immediato un’idea di trasandatezza e di vita ai margini, non è questa l’intenzione. Ciò che qui si immagina è una planimetria che non verrà mai realizzata in modo permanente, ma che trova invece forma e plasticità nell’esposizione. Un progetto spontaneo e istintivo, disegnato tracciando soltanto una sottile linea bianca, più leggera del solco di un aratro.
E ciò avendo cura di non modificare e di non spostare nulla. In totale sintonia con lo spazio, Domestic forest è un luogo di aggregazione dove tutti possono intervenire senza ostacoli né barriere, con piena libertà di scegliere e disporre. Un banchetto dove i convitati possono guardare da finestre immaginarie, da angoli nascosti nel nulla.
ANGELO CRICCHI | Le perle sono vere
Fino al 23 settembre
Le perle sono vere dal progetto Gloomy Sunday
a cura di Simona Cresci
Nella sua personale al Castello di Rivara, Angelo Cricchi propone i nuovi lavori del progetto Gloomy Sunday, già presentato al Mak di Vienna, che indaga l’universo femminile attraverso le tragiche esperienze di trenta donne celebri che hanno deciso di porre fine alla propria vita. Ogni scatto è frutto dello studio approfondito col quale l’artista ha ripercorso coscienziosamente la vita delle sue icone per offrirne una caratterizzazione totale. Pur narrando episodi drammatici, le fotografie di Angelo Cricchi associano valore contenutistico e gusto estetizzante. Piuttosto che per la scelta di una tragica fine, le interpreti si distinguono infatti per una sensualità che sembra allontanare lo spettatore dalla consapevolezza della drammaticità del loro destino. Le fotografie – caratterizzate da quella forte valenza stilistica propria degli scatti del mondo della moda nel quale Cricchi si è formato – si presentano come luogo intermedio in cui la finzione dei set allestiti per ogni scatto è documentata da un video dei backstage che conserva le tracce della fase di elaborazione dell’opera. I lavori in mostra ritraggono, tra le altre, Marilyn Monroe, Silvia Plath, Anne Sexton, Jeanne Hébuterne, Gwili Andre, Emily Dickinson, Francesca Woodman, Magda Goebbels, Frida Kahlo. Angelo Cricchi vive e lavora a Roma. Come fotografo di moda ha collaborato con prestigiosi magazines internazionali, realizzando editoriali e ritratti di celebrities. Nel 1997 ha fondato la sua casa di produzione, Lostandfound, con la quale realizza campagne pubblicitarie per clienti internazionali come Kenzo, Miss Sixty e Gucci. Dal 2001, in collaborazione con Silvia Morani, si cimenta nella direzione di cortometraggi e video d’arte. Nel 2009 riduce l’impegno nella fotografia di moda per dedicarsi alla ‘fine art photography’
Hermann Pitz “Analogia”
Fino al 28 ottobre
Il CASTELLO DI RIVARA apre la stagione espositiva 2012 con una mostra di Hermann Pitz, in contemporanea con due personali dell’artista tedesco negli spazi FRANZPALUDETTO di Torino e Roma.
Tre sedi per un progetto che presenta le tematiche e le linee di sviluppo della produzione di Hermann Pitz con lavori degli anni Novanta e opere recenti, uniti dal filo di continuita’ della ricerca sul rapporto arte/architettura e sullo statuto dell’immagine nell’era della riproduzione fotografica. Cogliendo l’invito a confrontarsi con tre locations così differenti, Pitz compie un atto di responsabile personalizzazione e si relaziona con lo spirito dei luoghi, assumendo l’opera come azione e l’ambiente come parte integrante che ne condiziona la leggibilità. Al problema essenziale riproduzione-rappresentazione, l’artista è solito rispondere misurandosi con spazi esterni (si pensi all‘occupazione di luoghi urbani con gli interventi site specific del BÜRO BERLIN), ed interni, come nei casi del progetto per la sala di Documenta Kassel e della finestra di Rivara, mezzo espressivo ancora riferito all’architettura. Dall’indagine sulle modalità percettive deriva poi una visualizzazione dello spazio alterata da illusioni ottiche, lenti d’ingrandimento, fenomeni di rifrazione e distorsione, e una tensione tra spazio reale e spazio descritto, tramite modelli di oggetti o attrezzature fotografiche che suggeriscono dimensioni spazio-temporali ‘altre’.
Hermann Pitz (Oldenburg 1956), vive a Monaco, dove insegna all’Akademie der Bildenden Künste. Co-fondatore nel 1980 del Büro Berlin, ha esposto in importanti sedi pubbliche e private internazionali, tra le quali Documenta IX a Kassel, Witte de With – Center for Contemporary Art di Rotterdam, Neue Nationalgalerie e Akademie der Künste di Berlino, Kunstraum di Monaco, Centro Andaluz de Arte Contemporáneo di Siviglia, Gesellschaft für Aktuelle Kunst di Bremen, Kunstverein di Bochum, Kunsthalle di Amburgo, Dürergesellschaft e Kunsthalle di Norimberga, Kunsthalle di Budapest e MoMA – Museum of Modern Art di New York.