Che fine ha fatto la Net Art?

di Redazione Commenta

In questi giorni si è tenuta l’Internet Week, kermesse newyorkese tutta dedicata alla scoperta e alla valorizzazione delle arti digitali. Tra i panels presenti alla manifestazione, uno in particolare ci è sembrato alquanto interessante, vale a dire quello intitolato Has The Internet Made Everyone an Artist? (internet ha trasformato tutti quanti in artisti?). La discussione si è tenuta mercoledì ed è stata moderata da CJ Follini, co-fondatore di welcometoCOMPANY.com, Paola Antonelli, curatore del MOMA, gli artisti Ivan Toth Depena e Sarah Small e Susi Kenna direttore di Contemporary Art for Excursionist.

Anche se il talk era orientato su questioni insolitamente diverse dal suo titolo, come la conservazione dei lavori di net art, questo spunto potrebbe esserci d’aiuto per lo sviluppo di una discussione più vicina alla materia in questione. Come già detto più volte su questo blog, l’avvento di internet ha facilitato la fruizione e la produzione dell’arte contemporanea. Ne consegue che, quando uno strumento diventa di pubblico dominio, chiunque può cimentarsi con le nuove tecnologie. Sin dai primi vagiti della net art, che adesso è stata ribattezzata new media, sono stati in molti ad inventarsi artisti digitali. Gran parte delle opere prodotte agli inizi del 2000 sono però scomparse nel nulla e va inoltre aggiunto che per quanto riguarda il mercato ed il collezionismo le prospettive non sono mai state rosee.

A conti fatti la net art ha seguito la stessa bolla di entusiasmo della nuova economia, salvo poi esplodere senza produrre il risultato voluto. I formati cambiano in continuazione, tra poco Flash lascerà il posto ad HTML 5 ed allora le opere prodotte fino ad oggi avranno dei seri problemi legati alla loro conservazione. Eppure molte opere di net art si sono rivelate dei veri e propri capolavori d’ingegno e di stile, basti pensare ai tanti lavori sfornati da Miltos Manetas. Alla fine, tra la miriade di opere prodotte, si attuerà una scrematura naturale e rimarranno solo i lavori veramente validi. Anche se internet ha trasformato tutti in artisti, non tutti possono esserlo.

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