LipanjePuntin artecontemporanea ha il piacere di presentare Courtesy the Artist, una mostra personale di Matteo Attruia (Sacile, 1973) a cura di Daniele Capra. Per Courtesy the Artist Matteo Attruia ha contattato oltre una ventina di artisti da lui stimati chiedendo loro di contribuire alla realizzazione della mostra attraverso la donazione di una loro opera. Compatibilmente alle proprie esigenze espressive, gli artisti coinvolti hanno ricevuto una busta, un francobollo ed un attestato/opera che testimonia la partecipazione e la gratitudine di Attruia.
L’artista così mette in atto un processo basato su dinamiche contrapposte, di condivisione di intenti e di appropriazione del lavoro altrui, svelando da un lato la propria debolezza che lo spinge a chiedere aiuto e, dall’altro, l’abilità di colui che riesce comunque a trarre un vantaggio da una situazione di difficoltà. Le opere, rigorosamente private della firma di chi realmente le ha eseguite, ma non prive dello stile che caratterizza ciascun autore, diventano così lavori dello stesso Attruia e come tali sono esposti con il vincolo di segretezza. Identificate esclusivamente con un numero progressivo, le opere parlano al grado zero, annullando ogni liaison con il background, la storia e il curriculum che solitamente le accompagna.
Courtesy the Artist mette così in discussione il concetto di autorialità, di identità artistica e di proprietà intellettuale, basi condivise del sistema dell’arte, del diritto e del mercato. Ugualmente l’artista ha domandato aiuto anche ai galleristi, chiedendo loro che le pareti non siano semplice contenitore, ma materia viva su cui intervenire: su un muro infatti sarà inciso il titolo del progetto con tracce simili a quelle che usualmente realizzano elettricisti e idraulici. Quella parete spaccata ribalta così l’approccio installativo tipico degli interventi site specific: Attruia si impossessa di fatto della superficie non per dare un nuovo senso allo spazio o riformularne le funzionalità, ma solo per affermare che il proprio gesto è su “gentile concessione dell’artista”, conscio del fatto che l’opera sia, in realtà, su concessione dei proprietari del muro. La galleria ospita inoltre alcuni lavori recenti di Matteo Attruia tra cui il lightbox Vendo oro, metafora del ruolo dell’artista nella nostra società, Sto da Dio, surreale dissertazione sul senso della lapide sepolcrale, Ave Maria, ironico e metafisico neon che mescola senza ritegno sacro e pop. Inaugurazione 26 maggio ore 18