Quando si dispone di ingenti somme e soprattutto di tempo, allora si può fare ciò che si vuole, soprattutto darsi alle pazze gioie. Sono in pochi ad avere la lungimiranza di creare qualcosa per la comunità e nello specifico per lo sviluppo culturale della stessa. E’ questo il caso della bellissima Daria Zhukova, la zarina dell’arte contemporanea, partner storica del tycoon Roman Abramovich che non molto tempo fa ha avuto un’idea straordinaria, riconvertire un garage per bus in un centro per le arti.
Nel 2008 è così nato il Garage Center for Contemporary Culture di Mosca, uno spazio di proprietà della comunità ebraica locale che ha ospitato nel corso degli anni un nutrito numero di personaggi di spicco come Marina Abramovic, William Kentridge, Anthony Gormley e James Turrel. Oggi “Dasha” ha definitivamente chiuso il Garage Center che nel frattempo è stato restituito alla comunità. Tra non molto la spartana architettura costruttivista ospiterà una nuova istituzione culturale, vale a dire lo Jewish Museum of Tolerance. Ed il Garage Center? Abbandonato come un giocattolo rotto? Non scherziamo, la zarina è già al lavoro per trasferire il suo centro in una casa nuova di zecca. Il nuovo spazio sorgerà sulle rovine di un ex ristorante del 1906 situato in Gorky Park. Il progetto per la manipolazione estetica del ristorante è stato affidato al prestigioso studio d’architettura OMA.
Nel frattempo però la camaleontica Daria ha deciso di non rimanere con le mani in mano. L’idea è infatti quella di costruire un Temporary Pavilion: “Ci sentiamo un poco senza fissa dimora, dei senzatetto. Quindi abbiamo pensato che l’inaugurazione di un padiglione temporaneo sarebbe stata proprio una buona idea” ha dichiarato Daria Zhukova alla stampa internazionale. In attesa della nuova casa, il padiglione sarà progettato da Shigeru Ban. Il celebre architetto giapponese costruirà una sorta di tubo di carta perfettamente impermeabile e coibentato. Il Pavilion sarà presto installato a Gorky Park, chissà quale sarà il primo artista ad inaugurarlo.
