Qui in Italia il rapporto tra internet ed addetti ai lavori del settore dell’arte contemporanea non è dei migliori. Mi spiego meglio, spesso e volentieri le capacità professionali di un giornalista, di un curatore o di un artista sono al centro di chiacchiere poco edificanti che si sviluppano all’interno di portali internet, forum ed altre realtà via etere. Queste discussioni da bar dello sport sono oramai divenute il pane quotidiano per tutti quei bravi ragazzi che non trovano di meglio da fare che sputare i loro rancori e le loro frustrazioni in faccia al mondo intero.
Molti sarebbero portati a pensare che gli addetti ai lavori non siano particolarmente rispettati dal pubblico ma questo pubblico è in realtà costituito da altri addetti ai lavori wannabe, persone che solitamente cercano di entrare all’interno di un sistema ma per mancanza di capacità non riescono ad emergere. Succede quindi che l’artista fallito numero uno se la prende con l’artista che persegue coscienziosamente il suo cammino, l’artista fallito numero due si scaglia contro il curatore di turno colpevole di non averlo valorizzato, il curatore si scaglia contro un altro curatore che lavora meglio di lui, il gallerista contro il magazine che ha criticato negativamente una sua mostra e così via in salse varie. Ovviamente tutto si svolge nel completo anonimato del vil marrano che puntualmente infanga il malcapitato di turno o pensa di dare in pasto all’informazione pubblica chissà quali segreti di stato.
Ebbene, sarebbe utile spiegare al vil marrano che queste ingiurie non fanno altro che allontanare il vero pubblico dall’arte contemporanea ed abbassare il livello della discussione ai minimi termini. Nulla più. I professionisti continueranno comunque a fare il loro lavoro ed i poco dotati saranno sempre ai margini di un sistema. La soluzione a questo problema è molto semplice: iniziare a prendersi le proprie responsabilità e cercare di parlar d’arte, non di inciuci, amanti, mafiette ed imbrogli veri o fittizi che siano.