Sabato 9 giugno nello spazio ROOMBERG, al piano terra del grattacielo Baccari, si inaugura Digital Natives, quinta ed ultima tappa della rassegna PhotoReload. La mostra presenta i lavori fotografici di Robert Gligorov, Miltos Manetas, Dean West e alcuni video di Isobel Blank. Col termine “Digital Natives”, “Nativi Digitali”, si indica la generazione nata e cresciuta con le tecnologie digitali, quindi completamente assorbita, nelle proprie attività quotidiane e creative, da esse.
Pur riferendosi alla generazione dei nati dalla metà degli anni ’90 in poi, è possibile espandere ed associare questa stessa definizione ad alcuni artisti contemporanei che fanno della elaborazione digitale la loro tecnica principale, elemento imprescindibile e determinante per il risultato finale delle loro opere. Il pensiero creativo, e la sua conseguente messa in opera da parte del “digitale nativo”, è quindi governato da una chiara consapevolezza sulle infinite possibilità offerte da queste nuove tecnologie, tanto da portare agli estremi limiti il concetto stesso di fotografia, non presentando più dinamiche operative di tipo tradizionale ma percorrendo un percorso esecutivo inedito.
Robert Gligorov, artista macedone naturalizzato italiano, è conosciuto a livello internazionale per le sue immagini destabilizzanti e forti, frutto di raffinate e a volte complesse elaborazioni digitali. L’intervento sulle immagini è calibrato in modo da apparire dissimulato come realtà esistente, in pratica mimetizzato nel contesto e quindi quasi impossibile da verificare concretamente. Miltos Manetas, greco di origine ma artista globetrotter, è un pioniere del digitale, ideatore di Neen e sperimentatore puro. Neen (neologismo creato da un computer) non è propriamente un gruppo o un movimento, quanto un’attitudine, una sensazione vissuta e condivisa. Manetas ne è l’artefice e la sua attenzione verso le nuove tecnologie si coniuga con la realizzazione di happening e performances coinvolgenti.
Dean West, nato in Australia e residente in Canada, realizza eleganti immagini dalle composizioni studiate nei minimi dettagli ed ottenute attraverso un procedimento di pre e post produzione molto accurato. Ma l’aspetto più interessante è l’atmosfera surreale in cui sono immerse le ambientazioni, caratterizzate da una sospensione metafisica e abitate da personaggi che compiono azioni all’apparenza incomprensibili. I video di Isobel Blank, artista italiana, hanno come soggetto principale lei stessa, che si autoriprende in azioni dal forte carattere performativo. La videocamera è elemento di connessione, strumento trasformato dall’artista in una sorta di radar in grado di captarne i sentimenti, le energie e di ritrasmettercele integre, coinvolgendoci in un magico gioco di sguardi e di emozioni visive.
La rassegna, pensata e costruita per ROOMBERG project space, vuole tracciare un percorso omogeneo di ricerca sull’attuale ‘stato dell’arte’ della fotografia e della videoarte, incentrato soprattutto sul concetto di ‘analisi’ e di ‘ricarica’ (Reload – quindi una sorta di ‘presa di coscienza’) in relazione ad un pensiero digitale che condiziona sempre di più la vita contemporanea. Obiettivo delle 5 mostre è presentare lavori fotografici e video nei quali la presenza dell’elaborazione digitale risulterà essere a volte determinante, ma mai predominante, a volte soltanto pensata ma non attuata, ciò significa che la tecnica adottata da ciascun artista accoglie le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie senza esserne dominata, ottenendo risultati al confine tra il reale e l’immaginario, sino alla sensazione di non riuscire ad individuare la natura originaria dell’immagine stessa.