I file si corrompono, i formati diventano incompatibili, i supporti si dissolvono, i linguaggi macchina cambiano ed i server cadono in disuso. Già, questo sembra essere il complicato futuro della creatività digitale. L’archiviazione e la conservazione di video arte, net art, sound installations e compagnia cantante potrebbe trasformarsi in un vero e proprio inferno. Con l’avvento del nuovo protocollo internet Ipv6 ed il lento decadimento di Flash a favore del neonato HTML 5, la net art o new media che dir si voglia potrebbe passarsela molto male.
Prendiamo ad esempio alle installazioni sonore con tanto di audiocassetta e mangianastri, per la conservazione e l’archiviazione di tali opere molti musei ed altre istituzioni hanno optato per l’acquisto di un buon numero di macchinari di riproduzione. Il medesimo stratagemma non può essere utilizzato per la net art creata con l’ausilio di Flash, pur utilizzando un Flash Player implementato, bisognerebbe anche utilizzare tecnologie obsolete ed il tutto potrebbe risultare molto difficile. La video arte da par suo potrebbe subire un duro colpo, ve la immaginate un’installazione di Nam June Paik con i televisori LCD full HD al posto dell’ormai consono tubo catodico? Difficile, come difficile poter pensare di disporre di scorte infinite di un dato apparato. Proprio la video art sta attraversando un momento molto difficile. L’immissione sul mercato di macchine da presa in Full HD implica la produzione di files molto pesanti che nella maggior parte dei casi vengono compressi su DVD Blu-Ray.
Se invece si vuole evitare la compressione bisogna per forza di cose piazzare il file su un hard disk multimediale. A questo punto però bisogna disporre di macchinari in grado di proiettare il file che siano comunque compatibili con il suddetto hard disk e stando ai vetusti proiettori presenti nei musei la cosa appare alquanto improbabile. Insomma, l’avanzamento tecnologico non sempre facilita le cose, quando poi si parla di arte tutto sembra divenir più complicato.