Avevamo incontrato Christo Javacheff lo scorso febbraio alla Fondazione Wurth di Capena. In quel frangente il celebre impacchettatore ormai orfano dell’amata Jeanne-Claude, aveva parlato lungamente con il pubblico, illustrando dettagliatamente il suo nuovo progetto Over The River. Il discorso era stato inoltre animato da aneddoti e metodologie riguardanti celebri opere del passato come The Umbrellas e Running Fence, inutile dire che questi ed altri progetti sono stati più volte rifiutati dalle varie istituzioni pubbliche ed hanno comunque richiesto duri anni di lavoro. E pare che persino per Over the River le cose stiano andando nello stesso verso, complicazioni e grane incluse.
Se ben ricorderete il progetto progetto che Christo aveva iniziato a progettare circa 18 anni or sono assieme alla sua amata Jeanne-Claude, prevedeva l’impacchettamento del fiume Arkansas in Colorado, con la sospensione di pannelli di tela traslucida ad alcuni metri dal suo letto. Lo start del progetto era stato fissato per il 2014 ma fino ad oggi diversi problemi hanno rallentato il suo naturale sviluppo. Dopo numerose polemiche da parte degli ambientalisti ed alcuni dubbi delle istituzioni locali, le autorità del Colorado hanno definitivamente approvato. A questo punto Christo ha cominciato le fasi preparatorie di un’impresa che costerà 50 milioni di dollari e che si prevede porterà nelle regioni interessate più di 400.000 turisti, con conseguente guadagno per tutto lo stato. Successivamente però due studenti della facoltà di scienze ambientali della Denver University, vale a dire Mason Brown e Justine Shepherd, hanno deciso di passare all’azione ed hanno intentato causa al celebre artista. “Molti hanno dimenticato di precisare che oltre ai danni alla fauna, questo progetto potrebbe causare ingenti danni al territorio. Over The River è infatti simile ad un progetto minerario, per tenere in piedi i pannelli di tela si dovranno piantare 2.275 paletti di sostegno e di conseguenza saranno scavate 9.100 buche nel canyon”.
Risolta anche questa grana i problemi sembravano terminati ma di punto in bianco è arrivato il Colorado Department of Trasportation a dire la sua: “il progetto potrebbe causare notevoli rischi al traffico sull’Highway 50, la strada centrale che corre lungo il sito dell’installazione”. Gli ispettori del CDOT hanno quindi richiesto una messa in sicurezza della zona che farà slittare di un anno il progetto di Christo che sarà quindi realizzato nel 2015. Sempre che non succeda qualche altro inconveniente.