Se ancora non ve ne eravate accorti, il mondo dell’arte perpetra continue discriminazioni riguardo l’età dei suoi protagonisti. Questa assurda pratica è talmente diffusa che il primo consiglio da dare ad un artista è quello di rimuovere la propria data di nascita da curriculum vitae, account Facebook e sito web personale. Prendiamo ad esempio gli artisti attivi in Italia agli inizi degli anni ’90, quelli della generazione pre-internet o magari quelli attivi agli inizi del 2000.
Ebbene, è facile notare che molti di quei nomi si sono persi nelle sabbie del tempo. Anche loro sono stati giovani artisti, vezzeggiati dal mercato e dalle gallerie di grido, ma una volta superata la soglia dei quaranta sono stati messi in soffitta e completamente dimenticati. Certo i più abili sono riusciti a salvarsi e a trasformarsi in maestri del contemporaneo ma una nutrita schiera è caduta nell’oblio. Eppure, tanto tempo fa, le cose andavano in maniera diversa. I giovani artisti erano si tenuti in considerazione ma il loro prestigio cresceva con il proliferarsi dei capelli bianchi e l’esperienza non faceva altro che aumentare le quotazioni di mercato .Oggi il nostro sistema cannibalizza i giovani artisti in cerca del next big thing, nel miraggio di trovare qualcuno che realmente faccia risalire le quotazioni della galleria o del curatore di turno. A volte sono proprio i curatori ad avere la smania di “bruciare” i giovani, questo perché c’è sempre la disperata speranza di trovare una ricerca da plasmare a propria immagine e somiglianza.
I giovani sono pieni di speranze e facilmente corrompibili ma c’è il rischio che questa malleabilità finisca per tramutarsi in mancanza di personalità cronica. Ed allora cosa fare per farsi notare una volta superati i quaranta? Beh, i colori li avete, tingetevi i capelli, fate residenze ed occupate studi. Insomma, fate quello che fanno i giovani, tanto la soglia dei giovani artisti ormai si è allargata agli over 35.