Dagli anni ’50, l‘artista Gianfranco Baruchello porta avanti la sua ricerca in modo radicale, esplorando l’errore, l’analogo, il banale e il sogno, ciò che è rimosso, non ancora detto e ai limiti dell’utile e del verosimile. I suoi mondi di immagini si costituiscono nello spazio vacuo tra disegno manuale ed enciclopedia figurativa. I suoi oggetti, assemblaggi e vetrine sono tridimensionali manuali di istruzione per la mente e allo stesso tempo formule di un impossibile inventario; i suoi film sono studi insoliti che conducono la narrazione del medium fino all‘assurdo.
Nel lavoro agricolo, Baruchello indaga il valore d’uso e di scambio del prodotto coltivato e dell’opera d’arte. A nord di Roma, ha trasformato, nel 1998, il suo ex atelier in una fondazione che porta avanti in modo collaborativo la ricerca e la sperimentazione artistica. Nato nel 1924 a Livorno, studia diritto ed economia e, giovanissimo, dal 1945, si occupa della ricerca di una Società di produzione chimico-biologica.Soltanto verso la fine degli anni ’50 decide di lasciare queste attività per dedicarsi all‘arte. Nel 1962 espone alla Galleria Sidney Janis di New York con la mostra “New Realists”; nel 1962 conosce Marcel Duchamp con il quale condivide una lunga amicizia. Nel 1977 i suoi disegni vengono esposti alla “documenta 6”. Tuttavia – anche per la sua scelta di lavorare in solitario, fuori dalle strategie del successo e del mercato – l‘opera di Baruchello rimane al di là dai percorsi dominanti di circolazione dell‘arte. Nel 2012, in occasione del festival “Internationale Berliner Filmfestspiele”, il suo film “Verifica incerta” (1964) viene riscoperto da Harun Farocki che lo definisce una “pionieristica opera di montaggio”. Durante lo scorso inverno, la Galleria Nazionale di Roma ha dedicato all‘artista 87enne la sua prima, grande retrospettiva.
A Villa Romana Gianfranco Baruchello installa uno PSICOGIM, un impianto sportivo per la psiche e la mente. Il visitatore può usare il tapis roulant o colpire il punching-ball e, mentre si specchia, riflettere sulla propria forma psichica sulla base di immagini, oggetti e odori. Parallelamente l‘artista presenta tre film, pensati come “allenamenti” per pensare, ad esempio, la lentezza, l’equilibrio, l’intreccio o la piega. In occasione di questa mostra, una selezione dei suoi “esercizi” scritti (risalenti al 1975, 1981, 2006 e 2012) viene presentata per la prima volta in edizione bilingue.
Un sentito ringraziamento a RAM / radioartemobile di Roma per la generosa collaborazione.
Immagine: Gianfranco Baruchello, Piloti incerti sulla natura del guasto, 2009, 25 x 10 x 6 cm, assemblaggio, foto: Ezio Gosti
Inaugurazione giovedì, 5 luglio, alle ore 19.30.
Ore 20: Gianfranco Baruchello in conversazione con il critico d’arte Martin Holman (Firenze-Londra)