Qualche tempo fa la Tate Britain aveva dichiarato di essere alla disperata ricerca di 45 milioni di sterline per urgenti lavori di ristrutturazione. Tra i vari interventi richiesti dalla prestigiosa istituzione figuravano il rinnovamento della scalinata a spirale posta nell’atrio, l’edificazione di un nuovo cafè, di una nuova entrata per scolari ed il rinforzo della pavimentazione di alcuni spazi espositivi, in modo da poter ospitare imponenti sculture ed installazioni.
Dalle nostre parti questa cifra avrebbe spaventato non poco i vertici di qualunque museo, ve li immaginate i vertici della Pinacoteca di Brera alle prese con un restauro da 50 milioni di euro? Beh, la vecchia istituzione avrebbe certamente bisogno di un lifting ma una cifra che è quasi la metà di quella con cui è stato edificato il MAXXI di Roma è praticamente impossibile da racimolare nel nostro belpaese. Pensate che il buon Diego della Valle con il suo gruppo Tod’s sborserà circa la metà di questa cifra (vale a dire 25 milioni di euro) per il restauro del Colosseo, ma stiamo parlando un monumento che cade letteralmente a pezzi. 50 milioni di euro per restaurare un museo di arte contemporanea in questo momento di crisi forse non li sborserebbe nessuno. Chiacchiere a parte, La Tate Britain è al fin riuscita a trovare i soldi per il suo restauro. Saranno sponsor privati e sovvenzioni statali a coprire la maggior parte della cifra mentre 5 milioni arriveranno dalle lotterie ed 1 milione dai membri del Tate.
Dalle nostre parti non si era detto che Lottomatica avrebbe contribuito allo sviluppo della cultura? Il restauro del Tate andrà avanti per i prossimi 12 mesi, senza ritardi, senza sprechi e magna magna. Chissà cosa succederebbe dalle nostre parti con delle sovvenzioni statali. La Tate è stata inaugurata nel 1897 ed ha raggiunto il record di 1.5 milioni di visitatori paganti nel 2009. La Tate ospita alcune tra le più prestigiose opere di protagonisti del contemporaneo quali David Hockney, Peter Blake e Francis Bacon. La prestigiosa istituzione ha inoltre delle sale dedicate a singoli artisti come quelle di Tracey Emin, John Latham, Douglas Gordon, Sam Taylor-Wood.