Il MOCA e le mostre-discoteca

di Redazione Commenta

 

Il licenziamento di Paul Schimmel da curatore capo del MOCA di Los Angeles, giunto dopo 20 anni di onorata carriera, ha gettato sinistre ombre sui vertici della prestigiosa istituzione. Secondo alcune voci interne, Schimmel non ha mai completamente digerito la programmazione del direttore Jeffrey Deitch e questi non ha fatto altro che porre fine agli attriti liberandosi del problema alla radice.

La scellerata gestione di Deitch, che di fatto ha trasformato il MOCA in una galleria privata ultrapop, non accenna a cambiare di una virgola.  Il museo losangelino ha infatti già messo in programma una mostra chiamata Fire in the Disco, vale a dire una retrospettiva ragionata sulla storia della disco couture sul suo impatto sull’arte, sulla moda e sulla musica in generale. La mostra sarà co-curata dall’ex frontman degli LCD Soundsystem, James Murphy, praticamente un veterano della punk dance electronica. Alcune indiscrezioni su questa mostra sono trapelate all’interno di un’intervista a Murphy comparsa alcuni giorni fa sul New York Times, dove il musicista ha dichiarato di essere in contatto con Jeffrey Deitch per una mostra sulla disco. Al telefono con GalleristNY, Deitch avrebbe invece proferito le seguenti frasi: “Non esistono molti movimenti che in poco tempo hanno catturato il mondo. Prendete ad esempio il Cubismo, a pochi anni dalla sua genesi a Parigi si è esteso dappertutto e la disco ha fatto la stessa cosa”.

 Ora, noi siamo certi che Deitch sia un gran furbetto, ma non siamo altrettanto certi che sia realmente ferrato sulla storia dell’arte contemporanea.  Deitch e Murphy si sono incontrati la prima volta nel 2001 a Soho e gli LCD Soundsystem hanno collaborato diverse volte con la Deitch Projects (galleria privata di Jeffrey Deitch n.d.r.), da qui è partito lo spunto per una nuova collaborazione. Per quanto riguarda le polemiche sulla mala gestione del museo, Deitch ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Prima di criticare quello che facciamo, i detrattori dovrebbero venire al museo a vedere le nostre mostre”. Già, le mostre sulle discoteche.

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