La noia ha invaso i musei e cacciato via il pubblico…
In Italia c’è ancora pubblico per l’arte contemporanea negli spazi pubblici? Difficile a dirsi, vista la recente emorragia di presenze sofferta dai musei. Solitamente il pienone è roba da opening, nei giorni successivi la mostra in corso viene sistematicamente evitata. Ma l’opening in realtà interessa solamente agli addetti ai lavori, che riescono così ad intrattener rapporti con altri colleghi, con galleristi, collezionisti e così via. L’opera e l’artista divengono così una mera cornice, un pianista da cafè chantant deputato ad intrattenere la folla festosa e nulla più. Il grande pubblico, a meno che non si tratti di una mostra blockbuster, non è granchè interessato all’arte contemporanea ed ai suoi attori principali. Forse perché qualcosina, noi addetti ai lavori, dovremmo pur cambiarla se vogliamo che questo monologo si trasformi in un discorso aperto a tutti. Un passo in avanti sarebbe ad esempio quello di smetterla di mostrare al pubblico delle opere brutte. In seguito bisognerebbe evitare di creare falsi miti carichi di fumosi ermetismi. Se le opere sono brutte e smaccatamente vuote è inutile condirle con l’aceto, il pubblico non è ottuso, è solamente stanco di farsi prendere per i fondelli da quattro ragazzini viziati che si spacciano per curatori mentre hanno a malapena letto mezzo libro di Martin Heidegger e lo riciclano a ripetizione. Si guarda troppo alla forma e poco al contenuto, un progetto espositivo è una bella scatola che va riempita. L’attuale politica della noia, unita ad inutili scambi di favori ed a nepotismi a go-go ha introdotto nel museo una formula che il pubblico non gradisce e questo appare chiaro. Inutile organizzare festicciole estive per tentare di tirar su le cifre del botteghino, non bisogna vendere gelati ma pensare ad una programmazione interessante. Il periodo delle lamiere gettate in terra non ha convinto nessuno, ora sarebbe giunto il momento di provare altre formule.
JlZAlN0 18 Settembre 2012 il 21:51
Mi ero trattenuto dal commentare nell’altro articolo sull’identikit degli addetti ai lavori, ma a questo, a cui è correlato, no: sono pienamente d’accordo, l’attuale crisi del contemporaneo è certamente dovuta anche all’ampia presenza di mostre dai contenuti raffazzonati, per cui la gente si è stufata del giochino intellettuale di superficie.
Per quanto mi riguarda ho abolito ed evito i vernissage, a meno che abbia voglia di qualcosa che non sia arte.
Troppo, la gente è troppo attenta all’apparenza, eppure c’è ancora chi crede che per attrarre il pubblico ci vogliano i DJ set e i rinfreschi: attrarranno solo mosche ronzanti.
Se una certa arte non attrae, vuol dire che non si è saputa presentare.
JlZAlN0