A poco più di un anno di distanza dalla prematura scomparsa di Antonello Bulgini, avvenuta a Roma il 23 giugno 2011, i curatori Fabrizio Pizzuto e Claudio Libero Pisano hanno sentito il bisogno di rendergli omaggio con una mostra che si propone il fine ultimo di indagare criticamente, a posteriori, l’esperienza sensibile e pittorica dei suoi lavori, costantemente tesi alla ricerca di espressione ed emozione…
Partendo dalla citazione pasoliniana “La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi”, Pizzuto, curatore ed amico di Bulgini, afferma “Leggendo questa frase noi due da soli un pomeriggio assolato, che ci crediate o no, provai, sebbene estate, la sensazione del vento che ti attraversa. Ne parlammo, avevamo provato lo stesso brivido, la frase era diventata viva, forte, sorpassava noi…rappresentava il bisogno di dire, il desiderio di scambio”. Testimonianza che, oltre a rivelare lo stretto legame tra i due, racconta l’accogliente e riflessiva atmosfera che si respirava il 15 Settembre presso il Museo Pietro Canonica durante l’inaugurazione della retrospettiva ‘Antonello Bulgini: Notizie Lievi’.
Da anni Antonello Bulgini (Taranto, 1960 – Roma, 2011) viveva e lavorava tra Roma e Berlino dove aveva sede la Kunststiftung Poll, sua galleria di riferimento. Nel 2004 si era diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera in Pittura e Grafica con i professori Axel Kassebhömer e Sean Scully, di cui fu allievo. Numerose furono le sue esposizioni personali in Italia, in Germania e all’estero.
In tutto il suo lavoro ritroviamo suggestioni provenienti dalla storia dell’arte. Infatti, tra i molti artisti a cui egli rese omaggio nei suoi dipinti occorre menzionare i grandi maestri della luce e dell’espressione come Antonello da Messina, Velasquez, Beato Angelico.
Nel suo personalissimo e raffinato stile, elaborato nel corso degli anni, è possibile riconoscere molteplici influssi: dai riferimenti alla pittura segnica e infantile di Mirò alla ripresa della sperimentazione tipica dell’arte degli anni Sessanta per l’uso di materiali e tecniche non convenzionali, dalle influenze surrealiste a quelle oniriche di Goya e Bacon. A ciò si aggiunge l’inserimento della lezione dei comics, utilizzata col fine di mitigare la drammatizzazione dei numerosi nessi storici presenti in tutta la sua rappresentazione. Angoscia, male di vivere e malinconia sono i sentimenti che contraddistinguono le opere del periodo tedesco, in cui si rintraccia la lezione del Die Brücke, in particolare di Kirchner.
In tutto il suo operato cogliamo una marcata sapienza tecnica in cui si palesa una chiara attitudine nella distribuzione dei volumi e degli spazi in relazione al colore, dove tinte forti ed energiche sono impiegate per trasmettere potenti emozioni. Protagonista assoluto è l’essere umano contemporaneo: l’uomo dei mass media caratterizzato da singolari peculiarità e non dall’apparente e fugace bellezza.
La mostra si snoda nei luminosi ambienti della location attraverso un percorso visivo che sintetizza, in quattro sezioni, i maggiori ambiti di produzione del tarantino: dai lavori in acciaio, agli oli su tela, ai disegni su carta fino alle installazioni.Scorrono ancora davanti ai miei occhi le cinque superfici specchianti in acciaio adagiate a terra nella prima sala, in cui sono dipinti elementi vegetali e animali o architetture. L’osservatore è così invitato ad immergersi in essi, fino a divenirne inconsapevolmente parte: solo specchiandosi egli identificherà le fattezze del suo volto e della realtà circostante. D’altronde, come non riconoscere ad Antonello la superba capacità di spiazzare il fruitore! Specchi, sorprese prospettiche e spaesamenti metafisici, tracce inconsce di reminiscenze dechirichiane. Nature morte che si riallacciano alla tradizione seicentesca per i soggetti raffigurati, allontanandosene al contempo attraverso l’impiego dell’innovativo piano riflettente che dona lucentezza e materialità all’intero corpo installativo.
Proseguendo l’iter lo sguardo dello spettatore è catturato dalle grandi tele pittoriche dove visi ed oggetti di gigantesche dimensioni invadono l’intero piano pittorico, quasi volessero uscire dal quadro per addentrarsi nella realtà quotidiana. La manualità del pugliese si rivela pienamente nella serie di oli su carta raffiguranti volti di uomini eseguiti attraverso una pennellata corposa, incurante di ritrarne i particolari anatomici e, per tale motivo, prossima alle deformazioni baconiane. Nella stessa stanza sono presenti altri lavori su carta come ‘Ci dispiace, non abbiamo notizie lievi’ (2005, olio su carta), da cui il titolo dell’esposizione, ove ritorna quel capovolgimento prospettico, caro all’artista, capace di generare nell’astante un conturbante ma piacevole spaesamento. Tale senso di smarrimento si rinnova nelle installazioni pittoriche, tutte concepite a partire dai dipinti e, nello stesso tempo, inscindibili da quest’ultimi.
Chiude la mostra un video che propone una carrellata di fotografie delle opere maggiori dell’artista alternate a frasi cariche di recenti ricordi.
Nonostante la forte caratterizzazione del sito museale, nato a metà Novecento grazie allo stesso Pietro Canonica, i lavori di Bulgini s’inseriscono perfettamente nei suoi interni, vivacizzandoli, ed instaurando un armonioso dialogo con le alte ed imponenti sculture del padrone di casa.
Mentre all’interno regna il silenzio e una pace ultraterrena, nel giardino esterno il sole fa capolino illuminando e riscaldando gli animi dei visitatori invitati a trascorre una piacevole mattina nello splendido parco romano di Villa Borghese.
‘Antonello Bulgini: Notizie Lievi’
dal 15 Settembre al 05 Novembre 2012
Museo Pietro Canonica – Villa Borghese
viale Pietro Canonica, 2 – 00197 – Roma
orario: martedì – domenica 9:00-19:00
ingresso a pagamento: biglietto intero €4
biglietto ridotto €3
info: tel.+39 060608
http://www.museocanonica.it/ – [email protected]
http://www.antonellobulgini.com/