Anche quest’anno l’autunno romano ha coinciso con l’apertura di FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma, a cura di Marco Delogu, visitabile fino al 28 ottobre presso la sede del MACRO Testaccio.Obiettivo primario della manifestazione è promuovere la fotografia contemporanea nelle sue diverse forme e nei suoi molteplici idiomi, e valorizzare i talenti emergenti.Il tema del 2012 è ‘WORK’, parola chiave della storia della fotografia e dell’odierno contesto sociale. Un argomento caldo, qui reinterpretato attraverso una riflessione sulle differenze e sulle trasformazioni attuate nel corso del Novecento sia nel campo specifico del mezzo fotografico con la nascita di nuovi linguaggi e visioni, sia nel mondo del lavoro contemporaneo sempre più governato dalla tecnologia. In tale specifico contesto l’immagine, scattata attraverso macchinari sempre più sofisticati, diviene lo strumento più efficace per effettuare un’analisi approfondita sulla società e sui suoi solitari individui.
Per l’XI edizione è stato stilato un ricco programma di eventi collaterali con oltre 60 mostre, presentazioni ed appuntamenti che hanno coinvolto circa 180 fotografi.
All’interno dei due padiglioni del MACRO Testaccio sono presenti numerose collettive fotografiche come Camera Work, a cura di Marco Delogu, in cui sono coinvolti fotografi internazionali come Roger Ballen, Claire Chevrier, Raphäel Dallaporta, Chris Killip, Joseph Koudelka, Fosco Maraini, Nina Poppe, Simon Roberts, Lars Tunbjörk e Florian van Roekel.
Mentre la mostra I mondi dei lavori perduti, a cura di Marco Delogu e Paola Ugolini, è un focus incentrato sull’attività lavorativa delle pescatrici Ama giapponesi. Le immagini di Fosco Maraini (nel centenario della sua nascita) e le fotografie contemporanee della giovane tedesca Nina Poppe raccontano il lavoro di queste ‘donne-sirene’ specializzate nella ricerca di perle, nella pesca ai crostacei e molluschi.
A Paolo Ventura, invece, è stata affidata la X edizione della Commissione Roma. Ricostruendo scenari e personaggi tipici della sua poetica in una Roma senza tempo, dove realtà e finzione sono inscindibili, ha realizzato il ciclo Lo zuavo scomparso costituito da dieci fotografie di grande formato.
Inoltre, sono visibili tre mostre curate da curatori esterni nominati attraverso il bando internazionale del 2012.
Fileds, a cura di Paul Wombell, s’incentra sul tema della vita rurale, della terra e del lavoro, ovvero l’argomento affrontato settant’anni fa dal programma fotografico della FAS (Farm SecurityAdministration). I fotografi contemporanei implicati in tale ricerca hanno cercato di dare una risposta alla domanda: ‘Cosa significa fotografare oggi la vita rurale?
This is not a office, a cura di Marc Prüst, illustra come gli scenari di guerra possano influenzare la vita personale e professionale di coloro che hanno vissuto in prima persona l’esperienza bellica. Infine, Hit the crowd, a cura di Valentina Tanni, indaga il fenomeno della diffusione e condivisione dell’immagine fotografica attraverso Internet, arrivando ad affermare che attualmente la fotografia non è più un’operazione svolta in solitario ma genera un intenso processo collaborativo, dove la fase di creazione diventa indistinguibile rispetto a quella della sua diffusione.
Ulteriore esposizione da citare è Il paese è reale, a cura di Alessandro Dandini de Sylvia, dedicata alla giovane fotografia italiana: da Tommaso Bonaventura e Alessandro Imbriaco a Francesco Neri, da Andrea Botto a Lorenzo Durantini e Francesco Jodice.
Nella location è esposto anche un dittico di Olivio Barbieri realizzato a Cavezzo (Modena), località colpita dal recente terremoto che ha sconvolto l’Emilia Romagna. Barbieri, originario delle medesime terre, ha voluto documentare i crolli avvenuti a Maggio 2012 elaborando un suo personale itinerario, a molti anni di distanza dal famoso “Viaggio in Italia”.