Quale potrebbe essere l’opera d’arte concettuale più brutta ed inutile di questo ultimo decennio? Difficile da dire, visto che di esempi ne potremmo portare sin troppi. Eppure a ben pensare un’opera in particolare c’è ma andiamo per gradi. Nel 2010 l’artista Michael Asher, classe 1943 viene chiamato da Francesco Bonami e Gary Carrion-Murayari per partecipare alla Whiteny Biennial. L’artista decide di partecipare con No Title 2009-10, un’opera assai radicale ma al contempo concettualmente ridicola. L’intento è questo, tenere il museo aperto al pubblico 24 ore su 24 per un’intera settimana. A testimonianza dell’opera, una targhetta affissa al muro che puntualmente disorienta i poveri visitatori i quali girano per lo spazio vuoto in cerca di un’opera o quantomeno un oggetto. Come se tutto questo non bastasse, la targhetta viene completata da una nota del museo: “La durata di questo lavoro è stata ridotta perché a causa di limiti di budget il museo non può essere aperto per 24 ore su 24 per una settimana. Abbiamo quindi pensato di ridurre l’opera a soli tre giorni”. Insomma, con un’opera invisibile, ma visibilmente brutta e persino incompleta Michael Asher ci ha dimostrato come a volte l’arte concettuale, quando non supportata da una valida idea di fondo o filosofia che dir si voglia, possa trasformarsi in una vuota e banale buffonata.
Arte concettuale con poco…concetto
di 20 Ottobre 2012Commenta