Come è andata la fiera? La domanda diventa sempre più incalzante, la cravatta sempre più stretta ed il rivolo di sudore già inizia a solcare la fronte lucida. Il gallerista indeciso si volta a rimirar le opere in mostra sulla parete di cartongesso e non scorge alcun bollino rosso. Un dubbio l’assale, anche l’intervistatore ha notato l’assenza di bollini e di certo non si priverà del piacere di torturare il povero dealer. La risposta rimbalza fra i denti e si bagna tra la saliva ma stenta ad uscire. Finalmente – Bene, è andata bene, ho fatto molti contatti, giravano molti collezionisti, anche dall’estero. Il sorriso dell’intervistatore si allarga, ora è un ghigno sardonico che ricorda l’affamato volto del diavolo della Tasmania in cerca di cibo – Ah, e le vendite? Ha visto i bollini, cioè non li ha visti, ed ora vuole mettermi in ridicolo, vuole spingermi a confessare che questa fiera è stata un fallimento, che ho solamente gettato al vento i soldi per i trasporti e per i pernottamenti – Non male direi, abbiamo un accordo importante per un’opera e siamo in trattative per un’altra. La risposta è piatta, atona, senza un briciolo di quell’emozione che serve a rafforzare l’entusiasmo del successo. Lo scoprirà, vedrai lo scoprirà, i giornalisti riescono a fiutare una sconfitta. L’uomo tende il microfono sempre più vicino alla bocca del gallerista – Capisco… e fa per andarsene. Ma quale accordo, quale contatto, lo sa, lo sa, non ho venduto niente e lo scriverà, anche gli altri non hanno venduto nulla ma riescono a fingere meglio di me, io farò la figura del fesso, nessuno farà più affari con me, devo fermarlo, devo fermarlo. Il gallerista si libera dalla morsa di un artista/visitatore che cercava di fargli domande su come fare ad entrare nella sua scuderia ed in un batter d’occhio si avventa sull’intervistatore gettandolo in terra. Non scriverai che non ho venduto, hai capito? Ho venduto, ho venduto tantissimo, hai capito? Va bene, va bene – mormora spaventato il giornalista, mentre la sicurezza si avventa sul dealer. La macchina da presa lentamente si sposta sui padiglioni della fiera e noi rimaniamo ad osservare i visitatori che girano distrattamente fra gli stand.
Il cuore rivelatore (del gallerista in fiera)
di 13 Novembre 2012Commenta