Bambini ed adulti, cervi e biciclette disegnati a colpi di pennello su fogli di quaderni a righe e vecchi libri ingialliti. Singole entità che si riallacciano a ricordi infantili, a favole raccontate in un passato ormai lontano quando l’ingenuità e la fantasia ci permettevano di oltrepassare il confine della realtà per catapultarci in un mondo magico, privo di qualsiasi norma. Solo distogliendo lo sguardo da queste semplici ma al contempo complesse creazioni lo spettatore ritorna alla tangibilità del mondo reale e alle sue imposizioni sociali.
Proprio su tale conflitto, insito nel genere umano, si sviluppa la ricerca della russa Ekaterina Panikanova le cui opere sono esposte nella mostra ‘Uno, Due, Tre, Fuoco’ ubicata all’interno della piccola ma elegante galleria Z2O sita tra i vincoli del centro storico capitolino, a pochi passi da Piazza Navona.
Interni bianchissimi, suddivisi attraverso semplici archetti che invitano il pubblico ad addentrarsi nei suoi esigui spazi. Oltrepassato l’ingresso e saliti tre gradini si accede alla prima sala buia in cui è proiettato un video su cui scorrono immagini in sequenza. Solo in un secondo momento, quando si accede nell’ambiente successivo, l’osservatore comprende che il filmato racconta una delle tante storie illustrate all’interno delle pagine dei volumi che compongono un grande lavoro esposto nella medesima sede.
Ekaterina Panikanova, classe 1975, è nata a San Pietroburgo, vive e lavora tra Roma e San Pietroburgo. All’età di cinque anni partecipa alla prima mostra nel Museo Ermitage di San Pietroburgo. Ha compiuto studi presso la Scuola d’Arte del Museo dell’Hermitage ed ha effettuato un corso in pittura antica sempre in questa sede museale. Nel 2001 ha conseguito la Laurea in Pittura Monumentale presso lo studio del professore Andrey Milnikov. Nel 2003 è accolta nel Circolo degli Artisti di San Pietroburgo.
Una formazione accademica classica ed obbligatoria in un paese ancora legato alle tradizioni ed intollerante nei confronti di ogni tipo di avanguardismo, severamente punito con la censura e la radiazione dal circolo degli artisti locale. Una mentalità che costringeva la Panikanova a limitazioni assurde ed impensabili per noi italiani, che l’avevano convogliata verso una pittura di tipo simbolico-metafisica. Ekaterina arriva in Italia nel 2011 per aver vinto il concorso come migliore laureata in arte che prevedeva l’invito della Cooperativa Ceramica di Imola a frequentare un corso di pittura antica presso Palazzo Pitti a Firenze. Qui scopre un contesto artistico aperto all’innovazione, che le ha permesso di liberarsi dai formalismi e dagli schemi canonici arrivando ad elaborare un linguaggio pittorico personalissimo visibile nell’attuale produzione.
Per i suoi lavori Ekaterina seleziona accuratamente i testi scolastici ed i taccuini di diverse epoche, recuperati nei mercatini dell’usato, che assumono la doppia funzione di supporto e struttura concettuale. Su di essi realizza disegni memori dell’universo bambinesco da cui si evince uno studio sulla propria psiche ed su quella del genere umano in generale.
Nella serie di lavori presentati ricorre la metafora dell’ostrica e della perla secondo la quale l’ingresso della sabbia rappresenta un elemento di stress per la conchiglia che innesca la sua espulsione attraverso la produzione di una perla. Ciò significa che la formazione e l’educazione del bambino comporta un bagaglio di immagini, esperienze e traumi che porterà con sé per tutta la vita. Sta a lui stesso, durante la sua crescita, la decisione di trasformare tali negatività in occasioni e possibilità favorevoli, in caso contrario tali situazioni rimarranno latenti poiché non opportunamente sfruttate. Inoltre, la medesima allegoria è connessa al tema del fuoco, simbolo dell’istinto animale innato nell’uomo ed costituente base del filmato trasmesso in galleria, a cui fa da contraltare una torta, emblema delle regole e principi su cui si impernia l’educazione del fanciullo, a cui egli farà riferimento in ogni momento della sua vita limitandolo a comportamenti standard. L’uomo, in quanto essere dotato di ragione, è tuttavia in perenne lotta tra impulsi bestiali, spesso repressi, e tali imposizioni sociali. Ekaterina mette l’utente di fronte a questo scontro tra le due facce della medaglia che convivono in lui e che lo caratterizzano. Tutto ciò è ben illustrato nel video dove la continua mutazione dell’immagine figurata (fuoco, corna, torta) esplicita tale contrapposizione attraverso il semplice gesto di sfogliare un libro.
di Maila Buglioni
Ekaterina Panikanova – Uno,Due, Tre, Fuoco
dal 23 novembre 2012 al 10 gennaio 2013
GALLERIA Z20
via della vetrina, 21 – 00186 – Roma
orario: martedì-sabato 10:30-19:30 e su appuntamento
ingresso libero
info: t. +39 06.70452261 – [email protected] – www.z2ogalleria.it