Chi è il vero Maurizio Cattelan? Quello delle grandi e sapientemente ironiche provocazioni o quello dei remix inutili? Di certo il remix di Him, Adolf Hitler sotto fanciullesche fattezze, che prega nel ghetto di Varsavia si è dimostrata una provocazione inutile. La vena ironica è ormai in secca, del resto dovevamo aspettarcelo dopo la riapparizione dei celebri piccioni imbalsamati, questa volta in numero maggiore, alla scorsa Biennale di Venezia
Hitler in Polonia è solamente l’ennesimo calembour visivo di un Cattelan che, rimbalzando tra pontefici colpiti da meteoriti e bambini impiccati ad un albero, sembra ormai giunto al capolinea. Chi si nasconde dunque dietro Maurizio Cattelan? Forse il genio ribelle che parla attraverso Massimiliano Gioni e ne veste allo stesso tempo i panni. Oppure lo sfrontato che nel 2000 riuscì a persuadere il suo gallerista, Emmanuel Perrotin, a passare un mese mascherato da gigantesco fallo rosa. Magari Cattelan è nascosto dietro al provocatore che nel 2001, come evento collaterale alla Biennale d’arte di Venezia, eresse un cartello gigante intitolato HOLLYWOOD sul più grande deposito di immondizia di Palermo in Sicilia. Infine l’artista potrebbe essere un maestro che si serve dei media ed abusa del mondo dell’arte.
Chi si nasconde dietro Maurizio Cattelan? Un mago, un ciarlatano o ancora forse niente di tutto ciò. Forse Cattelan è ciò di cui abbiamo realmente bisogno per ravvivare le sorti di un mondo dell’arte contemporanea sempre più chino su se stesso e sul suo simbolismo ermetico e pretestuoso, l’unico bambino in grado di accorgersi che il re è nudo. Siamo forse noi gli artefici del modello Cattelan ed un poco lo meritiamo anche se sono in molti a rinnegarlo, ma questo del resto fa sempre parte del modello Cattelan.