Ai nostri giorni è possibile manipolare foto e creare opere d’arte o computergrafica comodamente da casa con l’ausilio di un comune personal computer, ma una ventina di anni fa le cose non erano certamente così facili. Certamente c’erano già stati numerosi pionieri della digital art e molti artisti usavano apparati elettronici, oscilloscopi e quanto altro per creare un nuovo tipo di immagine, basti pensare che La computer art nasce già nel 1950 grazie alla sperimentazione di Ben Laposky (USA) e Manfred Frank (Germania) due matematici e programmatori.
Comunque l’arte digitale non era certo alla portata di tutti. Con l’avvento dei primi home computer le cose cambiarono, tutti potevano possedere uno strumento in grado di compiere complicati calcoli e generare sonoro e persino grafica.
A partire dal 1985 l’azienda di computer statunitense Commodore International già produttrice del famoso computer Vic 20 e dell’ancor più noto Commodore 64, lanciò l’home computer Amiga 500 piattaforma storica che introdusse la multimedialità nell’utenza comune grazie a chip custom che permettevano di elaborare grafica, video ed audio a costi irrisori rispetto alle altre piattaforme dell’epoca.
Per il lancio dell’Amiga 500 la Commodore fece le cose in grande, assoldando niente meno che il vate della pop art Andy Warhol e Debbie Harry, la cantante del gruppo newyorkese dei Blondie e icona suprema del pop anni 80. Nel corso dell’evento pubblicitario Andy Warhol creò il suo primo ritratto totalmente generato al computer usando una videocamera e l’Amiga 500. I risultati furono davvero strabilianti, Debbie Harry ritratta digitalmente non era molto differente da quello che Warhol faceva comunemente su tela, l’alterazione del colore in toni vivaci e forti era proprio nello stile dell’artista statunitense. Anche Warhol fu visibilmente soddisfatto del risultato e con l’occasione divenne pioniere nella sperimentazione dei primi filtri grafici digitali.