La storia di Herbert e Dorothy Vogel è troppo bella per essere vera, talmente perfetta e romanzata che Megumi Sasaki ne ha tratto un curioso e non proprio eccelso film documentario uscito nelle sale americane quest’anno dal titolo Herb and Dorothy.
La storia di Herbert e Dorothy Vogel tuttavia è del tutto reale e molto più affascinante di un milione di romanzi o films. Agli inizi degli anni ’60 i coniugi Vogel rispettivamente impiegato delle poste e bibliotecaria ben lungi dall’essere benestanti, si sono messi in testa di collezionare opere, spinti da un comune quanto appassionato amore per l’arte contemporanea. Un atto del collezionare nato dalla sola curiosità senza l’aiuto di critici, galleristi o art advisors e fondato principalmente sull’intuito. Herb e Dorothy Vogel collezionavano infatti solo ed esclusivamente le opere che ritenevano di loro gusto e che apprezzavano personalmente. Nel corso degli anni e puntando quasi esclusivamente su artisti poco conosciuti e quindi abbastanza abbordabili in termini finanziari i due coniugi sono riusciti a mettere insieme una collezione di tutto rispetto e cosa ancor più strana, divenuti celebri sono riusciti ad accaparrarsi anche opere di artisti internazionalmente riconosciuti a prezzi stracciati poichè molti attori della scena contemporanea volevano a tutti i costi far parte della loro eclettica selezione artistica.
Insomma in quasi trent’anni i Vogel hanno creato dal niente una collezione milionaria con opere di Sol LeWitt, Christo e Jeanne-Claude, Richard Tuttle, Chuck Close, Robert Mangold, Sylvia Plimack Mangold, Lynda Benglis, Pat Steir, Robert Barry, Lucio Pozzi e Lawrence Weiner.
I coniugi hanno raccolto la bellezza di oltre duemila opere che hanno sistematicamente stipato in ogni recondito angolo del loro piccolo appartamentino fino a che nel 1992 hanno deciso di trasferire la loro selezione d’arte alla National Gallery of Art di Washington.
La morale della favola è che alle volte non bisogna per forza essere Rockefeller o Gianni Agnelli per iniziare a collezionare arte ma ci vuole intuito, gusto estetico e tanto coraggio, basta iniziare con poco come i Vogel.