Oggi Globartmag focalizza l’attenzione sull’anonimato artistico. Parliamo di The Residents, realtà artistica storica della scena underground americana in bilico tra il grottesco e lo sperimentale. The Residents è un gruppo di visual artists e musicisti del tutto stravagante, nel corso della loro lunghissima carriera esattamente dal loro primo album Meet The Residents, questo squinternato quartetto caratterizzato dalla famosa maschera con un gigantesco bulbo oculare al posto della testa non ha mai smesso di produrre arte d’avanguardia.
Tra i loro lavori più famosi ricordiamo One Minute Movies, degli esperimenti filmici di un minuto in bilico tra video musicale e video arte che rappresentano un vero e proprio punto di unione con The Commercial Album un disco con 40 brani di circa 60 secondi ciascuno uscito nei primi anni ’80
I Residents nel corso della loro lunga carriera non hanno mai mostrato il loro vero volto al pubblico. Per questo motivo si pensa che nel corso degli anni alcuni famosi artisti si siano inseriti all’interno del gruppo celando la loro identità.
Questo incredibile fenomeno di Anonymous art è stato uno dei principali motori dell’arte degli anni ottanta e novanta che ha totalmente rivoluzionato il concetto di diritto d’autore. L’arte anonima è una vera e propria corrente che accomuna persone da ogni parte del globo riunite nell’intento di creare senza il bisogno di essere.
Tra i fenomeni di arte anonima che hanno imperversato nel corso degli anni è da segnalare anche Luther Blisset, pseudonimo collettivo utilizzato da un numero imprecisato di performer, artisti americani ed europei. Tale personaggio collettivo, definito da alcuni un’opera aperta, è stato spesso utilizzato per denunciare la superficialità e la malafede del sistema mass-mediatico.
Il Luther Blisset project ha goduto di enorme fama anche nel nostro paese. A riprova che l’anonimato fa sempre notizia basti pensare a Banksy ed alla scelta di non saturare la propria arte con la propria immagine di Artists Anonymous, collettivo di tre artisti con sede a Londra e Berlino, che alcuni anni fa hanno presentato una fantastica installazione site-specific alla galleria 1/9 unosunove arte contemporanea di Roma.