Mettiamola così, siete degli artisti. Forse avete studiato sodo per esserlo o magari è una vocazione personale supportata da una buona dose di visionarietà creativa e dignità formale. La vostra produzione va a gonfie vele e tutti attorno a voi sono concordi nell’affermare che si, siete proprio degli artisti. Ora non resta altro da fare che trovare un modo per far conoscere la vostra arte e magari incontrare qualche buon acquirente. Riepiloghiamo, siete artisti ma non provenite da una famiglia benestante e non siete per così dire raccomandati da nessuno, la prima cosa da fare quindi è cercare una galleria d’arte per proprio conto, un luogo degno ad accogliere i vostri amati lavori.
Per prima cosa però bisogna preparare un bel portfolio con le vostre opere, ma non deve essere qualcosa di dozzinale o raffazzonato, bisogna dare a tutto una certa proporzione ed un’estetica sul sofisticato-minimal-impegnato-concettuale e come ben saprete stampare un centinaio di portfolio di tal fattura ha dei costi elevati. Ora avete il vostro compendio di opere stampato su carta giapponese grammi 300 ma siete troppo timidi per presentarvi di persona in galleria, c’è sempre la posta che vi corre in aiuto ed alla fine decidete di spedire un cospicuo numero di portfolio a tutte le gallerie che vi piacciono o che (avete visto il loro sito internet) vi sembrano affini alla vostra produzione. Passano i giorni ed i mesi ma di cento pacchi spediti a cento diverse gallerie vi ritornano indietro quattro lettere con risposta negativa, molti non si son degnati nemmeno di rispondervi. Meglio andar di persona quindi ed armandovi di coraggio vi recate nelle sedi interessate. La risposta però è sempre la stessa: “Ci spiace abbiamo la programmazione piena fino a dicembre del prossimo anno”. Potete sempre provare a presenziare a qualche vernissage, magari potreste incontrare quel critico indipendente che potrebbe organizzarvi una mostra in questo o quello spazio espositivo alla moda.
Una volta avvicinato però la musica è sempre la stessa: “si, mandami qualche tuo lavoro via web, conta che adesso sto seguendo molti artisti e non so se ce la faccio a seguirne altri”. Sempre più sconsolati decidete di iscrivervi ad un premio d’arte ma con vostra sorpresa a vincerlo sono giovani artisti già conosciuti, voi non siete nemmeno tra i finalisti o tra i selezionati. Ormai nel baratro della disperazione vi aprite un account Facebook e tempestate chiunque vi capiti sotto tiro taggandolo sulle foto delle vostre opere ma anche così vi fate più nemici che amici. Insomma come ultima spiaggia non vi rimane altro da fare che una mostra in una galleria a pagamento. Poi dicono che è facile fare l’artista.
luke 10 Novembre 2009 il 23:27
avete fatto un bel quadretto della disperazione di questo “lavoro”… credo però che si allunga una busta a quel qualcuno che conta o si porta fuori a pranzo qualcun altro, sicuramente qualcosa si potrebbe muovere… La cosa è fastidiosa ed ingiusta, ma come in tutte le cose non viene mai premiato chi ha talento, ma chi sa muoversi con i personaggi giusti… Ed il mercato premia la banalità e la moda, non il talento…
Giorgio 22 Gennaio 2010 il 14:44
ah, hai dimenticato! Potreste uccidervi in maniera plateale affinchè qualcuno si accorga del vostro operato e con effetto che le opere possano salire di valore…;)
Mi sembra che al tuo quadro della situazione non manchi nulla e purtroppo è anche veritiero…
Micol Di Veroli 22 Gennaio 2010 il 23:23
Grazie Giorgio e Luke,
venite a trovarmi ancora!
Marina 6 Luglio 2011 il 00:41
Ma non è neanche proprio così…se hai talento fidati che colpisci nel cuore.
Facile anche aggrapparsi alle scuse della “raccomandazione”, sappiamo che esiste, ma non è sempre così, diamine!
Micol Di Veroli 6 Luglio 2011 il 16:03
Io sono sempre fiduciosa nel vero talento!
saro 8 Gennaio 2012 il 17:01
io non vedo perchè in Italia l’arte non debba ancora avere la stessa considerazione di qualsiasi altro lavoro
l’arte E’ un lavoro senza virgolette
io ho spesso un sacco di soldi per formarmi in accademia, lo stesso che avrei speso per fare una qualsiasi università, lo stesso che spendono gli studenti di medicina o di legge
dedizione, studio, sbattimenti..e poi l’arte deve essere ancora presa una cosa da buffoni di corte?
in Italia si parte dal presupposto che fare arte sia qualcosa di lussuoso, un passatempo per annoiati intellettualoidi o disperati alternativi ai margini della società
io credo l’unica soluzione sia rivolgersi al mercato estero, tutti gli artisti che conosco italiani mi hanno sempre detto la stessa cosa, all’estero l’arte funziona, è un lavoro, le cose sono realmente “diverse”
a parte questo poi che arte gira in Italia? perchè girano sempre gli stessi nomi misteriosamente arrivati alla ribalta dal nulla?
perchè in accademia va avanti solo chi ripete le cose approvate dai docenti?
perchè in Italia arte è ancora vetustamente sinonimo di volgarità, sesso e provocazione o paranoia estrema?
è un po’ come nel cinema in fondo, in Italia film belli e validi ce ne sono pochissimi, il resto sono o elucubrazioni incredibilmente noiose e costruite a tavolino o volgarità spicciola
all’estero invece c’è ancora arte con l’A maiuscola
scusate lo sfogo, ma ovviamente anche io sono un aspirante artista che entro un paio di anni spera di essere fuori da questo paese