Qualche tempo fa la Cina ha letteralmente preso d’assalto la scena dell’arte contemporanea internazionale, scagliando nel mercato decine e decine di artisti non meglio identificati e catalizzando l’attenzione di gallerie e addetti ai lavori. La bolla cinese ha colpito duramente anche l’Italia dove art dealers della zona Cesarini hanno convinto tutti che la Cina sarebbe divenuta the next big thing dell’arte. Molti collezionisti sprovveduti si sono lasciati incantare dalla voce delle sirene ed hanno sborsato fior di quattrini per accaparrarsi un’opera di un artista cinese, magari anche uno qualunque ma cinese.
Purtroppo coloro che hanno creduto al miracolo sono stati duramente riportati alla realtà dal mercato che pur promuovendo quegli artisti asiatici giustamente riconosciuti come grandi attori del contemporaneo, ha severamente bocciato una miriade di altri pseudo-artisti che tanto piacevano al nostro bel paese. Oggi anche la Cina pone un freno a questa bolla speculativa che ha creato più dubbi che investimenti. Non molto tempo fa si è tenuta una grande asta al Beijing International Hotel, un’asta comprendente numerosi lotti di arte contemporanea cinese. Più di un terzo dei 143 lotti presenti all’asta sono rimasti invenduti. Altri lotti sono invece stati venduti al prezzo di stima senza raggiungere risultati impressionanti. Tra i risultati degni di nota svetta quello dell’artista Chen Yifei che con il suo dipinto Reclining Nude è partito da una stima di 966.000 dollari ed è poi riuscito a raggiungere la cifra più che incoraggiante di 2.512.294 dollari. Quest’anno la China Guardian Auction House ha presentato 17 aste di varie categorie per un totale di 6600 lotti di arte cinese, dall’arte contemporanea, alle opere di arte antica e calligrafica delle dinastie Song, Yuan, Ming e Qing, fino ad arrivare alla porcellana pregiata ed all’arte moderna.
Alla fine di questo grande giro di aste la somma delle opere vendute parla chiaro, le opere di arte classica hanno raggiunto risultati nettamente superiori a quelle di arte contemporanea. Insomma sembrerebbe che la Cina stia assumendo un comportamento abbastanza cauto nei confronti delle sue star dell’arte contemporanea, quindi sinceramente e con tutto il nostro cuore non vediamo perchè dovremmo puntare noi sull’arte cinese.
Photo Copyright: China Guardian Auction House