Il collezionismo d’arte è in procinto di subire numerose trasformazioni che seguono un poco l’andamento di una società in continuo movimento. Globartmag è riuscito ad accaparrarsi due saporite novità che faranno sicuramente gola ai collezionisti di tutto il mondo: La prima importante novità proveniente dagli Stati Uniti è stata resa possibile grazie all’ausilio delle nuove tecnologie e visto che i computers hanno radicalmente cambiato il nostro modo di vivere ora si apprestano a cambiare anche un mondo antico come quello del collezionismo.
Il Frick Collection Center che si occupa della storia del collezionismo americano ha infatti deciso di stilare una lunga lista di dealers, galleristi ed altri attori del mercato e pubblicarla su di un database online consultabile da qualsiasi collezionista. La directory dell’archivio contiene attualmente dettagliate informazioni su 1500 nomi di personalità come i collezionisti Pop Ethel e Robert Scull, il finanziere David Rockefeller ed i vecchi volponi del mercato come i Duveen Brothers ed Eli Broad. Prossimamente al database si aggiungerà un’altra tranche di 1500 nomi poiché ancora mancano importanti personaggi del contemporaneo come Larry Gagosian, Beth Rudin DeWoody e Glenn Fuhrman.
La seconda novità sul fronte del collezionismo ci giunge dall’altra parte del globo: un gruppo di donne e uomini di Barnet, a nord di Londra ha deciso di fondare un’associazione chiamata The London Collective. Questi amanti dell’arte hanno inventato un nuovo tipo di collezionismo mettendo una quota base di 35 sterline al mese per poi acquistare opere da far girare a turno nelle proprie case.
Riunendo le loro forze i membri di questo simpatico gruppo sono riusciti ad accaparrarsi opere che da soli non avrebbero mai potuto permettersi. Per adesso la loro collezione vanta anche opere di Tracey Emin e Chris Ofili ma la London Collective non si fermerà certo qui. Quest’ultima idea ci sembra decisamente interessante e non sarebbe sbagliato adottare questa pratica anche qui in Italia, del resto non sarebbe male essere comproprietari di un’opera di Maurizio Cattelan o di Michelangelo Pistoletto.