Quando ammirate un’opera d’arte sicuramente sarete colpiti dalla sua estetica, dai colori, dall’impianto prospettico e perchè no anche da ciò che si cela dietro le forme vale a dire al concetto ed al simbolismo che l’artista ha voluto trasmettere all’opera. Eppure molti di voi, quando si trovano ad ammirare capolavori d’arte e di bellezza femminile come la Maya Desnuda di Francisco Goya o la Naiade di Antonio Canova o esempi di bellezza maschile come il David di Michelangelo Buonarroti non possono far a meno di rimanere colpiti dal fascino delle forme tonde e guizzanti, abbandonandosi quindi ad un comprensibile pensiero legato al sesso.
Del resto tale pulsione interiore è stata ampiamente discussa da Sir Kenneth Clark che nel 1953 discusse, a Washington, una serie di interessanti lezioni sul coinvolgimento sessuale dello spettatore di fronte al nudo d’arte. La conclusione del ciclo di lectures fu che sebbene nella stragrande maggioranza dei casi il nudo artistico è dettato da condizioni estetiche e filosofiche per così dire caste, lo spettatore non riesce a trattenere un istinto carnale. Insomma la carne è carne ed ogni tipo di cultura orientata a pensare al sesso quando vede un corpo nudo penserà sempre al sesso anche quando si troverà davanti un dipinto od una statua che raffigura una nudità. Questo strano, ma pur sempre umano aspetto dell’inconscio, era già stato ben compreso dall’astuto Marcel Duchamp che dal 1946 al 1966 lavorò segretamente a Etant Donnés una sorta di esplicito peep show.
Duchamp aveva infatti creato un’installazione costituita da un diorama in 3-D, in sostanza l’osservatore doveva guardare attraverso due spioncini posti su di una porta montata sul muro di una galleria poco illuminata. Attraverso gli spioncini era possibile ammirare un paesaggio campestre e la figura di una donna in tanga a gambe aperte stesa su una pila di rami e con in mano una lampada a gas. Concludendo, se la prossima volta che ammirate un nudo sarete mossi da piccanti desideri non preoccupatevi… è del tutto normale!!