Lungi da me passare per disfattista, sono in effetti troppo ottimista per esserlo ma la Biennale di Venezia è domani e noi siamo ancora qua ad attender il nome di chi guiderà il padiglione Italia e soprattutto quali e quanti saranno gli artisti invitati ad occuparlo. La storia dei nostri ritardi è ormai cosa ben nota come altrettanto nota è la cronica mancanza di idee dei curatori che si trovano ad occupare l’ingrato compito di capitani della barca che affonda. Oltre che vittima di progetti strampalati e oscuramente visionari, il padiglione nazionalpopolare è però mancante di una caratteristica fondamentale a cui nessuno sino ad ora sembra aver mai pensato: l’eventualità di prevedere un solo artista come rappresentante dell’arte dello stivale. Una soluzione estremamente “coraggiosa” che le altre nazioni adottano ad ogni edizione della Biennale. Una consuetudine che dalle nostre parti suona come una bestemmia, forse perché ogni curatore chiamato a dirigere il padiglione ha paura di scontentare le gallerie amiche. Il continuo schieramento di decine di artisti ha però gravi controindicazioni, vale dire disperdere l’attenzione e dare l’idea che in Italia non esista un artista che da solo possa giganteggiare nel mucchio. Italia paese di artisti di media importanza insomma ma senza grandi artisti, almeno questo è il messaggio che vogliamo trasmettere – fine prima parte, continua domani.
Padiglione Italia alla Biennale: 1 artista o chiudetelo – parte 1
di 11 Settembre 2014Commenta