La nuova impennata di contagi di coronavirus tra la popolazione ha portato alla creazione di un nuovo Dpcm che tra le varie misure per affrontare l’emergenza, prevede anche un lockdown per i musei: tutti chiusi a prescindere dalle regioni di appartenenza e dal loro livello di rischio. Ancora una volta la cultura ne fa le spese.
Lunga discussione prima di decisione chiusura musei
Si è discusso molto tra Governo e Regioni prima di scegliere quali sarebbero state le misure da adottare in tutta Italia, e sebbene il settore dei musei avesse resistito nelle scorse settimane grazie alla perfetta organizzazione delle visite seguendo i protocolli necessari per il mantenimento della sicurezza sanitaria, con l’ultimo decreto è stato costretto anch’esso a gettare la spugna. Grazie alla loro categorizzazione diversa, nelle regioni gialle e arancioni è consentita l’apertura delle gallerie d’arte, sospesa invece in quelle rosse, dove è in atto un vero e proprio lockdown.
Sono in molti a chiedersi se la chiusura dei musei fosse davvero necessaria: in fin dei conti l’affluenza e la gestione delle presenze sono ben diverse anche da quelle di cinema e teatri che in qualche modo potrebbero favorire assembramenti. Un problema superabile facilmente per musei e mostre con ingressi scaglionati e prenotazioni Da parte loro la maggior parte dei direttori di tutta Italia raccontano che si aspettavano si giungesse a questa decisione, sottolineando la sorpresa vissuta il 25 ottobre quando alla chiusura delle sale cinematografiche non era corrisposta anche quella dei musei.
Necessario preservare le attività culturali
A prescindere dalla percezione della necessità della possibilità di visitare un museo, non si può negare che le attività culturali, qualsiasi essere siano, sono uno stimolo positivo al benessere mentale della persona. Questo senza contare che comunque fanno parte di un terziario che dà lavoro a tutta una categoria di cittadini che ora si troveranno ad avere problemi, soprattutto se questa situazione dovesse protrarsi oltre in termine fissato a dicembre.
Secondo la maggior parte dei lavoratori di musei, si dovrebbe tentare lasciare aperte quelle attività culturali considerabili meno a rischio proprio perché non necessitano di vicinanza fisica e possono essere condotte portando sempre la mascherina. Il settore ovviamente si adegua in questo momento, ma le perplessità espresse, su social e mezzi di informazione continuano a essere molte. C’è invece chi ha deciso di adeguarsi alla situazione lavorando su una proposta digitale Come Palazzo Strozzi con il sito-progetto “We Rise by Lifting Others“ dell’artista Marinella Senatore atteso per il prossimo 3 dicembre.
Nell’attesa che si possa tornare alla normalità.