Yoshiko Shimada è una performer giapponese di grande esperienza che analizza la storia recente trasportandola nella sua arte. Tra i temi presenti nelle sue opere c’è la memoria culturale e il ruolo delle donne.
Ha tenuto mostre personali in Giappone, Hong Kong, Filippine, Canada e Stati Uniti e il suo lavoro è stato incluso nella Biennale di Gwangju del 2002 nel sud della Corea. Shimada è presente nell’archivio digitale dell’Asian American Arts Centre. Ha curato mostre d’arte in Giappone e all’estero e tiene conferenze sull’arte, la politica e il femminismo giapponesi all’Università di Tokyo.
Alcune sue opere sono conservate presso la New York Public Library, il Tokyo Metropolitan Museum of Photography, il Keio University Art Center, la Kyoto Seika University, la City University of New New York.
In questi giorni è a Napoli, invitata dalla Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti a prendere parte – da protagonista – al progetto “Magma Vivo nell’arte contemporanea giapponese”, insieme ad altre due artiste giapponesi: Noriko Ambe e Aoki Noe. Un progetto proposto dall’Accademia di Belle Arti di Napoli e realizzato con la collaborazione dell’Università di Napoli L’Orientale, l’ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, il Parco Archeologico dei Campi flegrei, il MANN e l’Associazione Altro Giappone.
La parte centrale del progetto è il workshop che coinvolge gli studenti della scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti partenopea e porterà anche alla creazione di site specific. Sarà possibile ammirare la performance di Yoshiko Shimada al Parco Archeologico di Cuma. Nello stesso luogo verrà installata l’opera di Noriko Ambe, mentre la creazione di Aoki Noe verrà posizionata al Tempio di Serapide a Pozzuoli. Inaugurazione della mostra sabato 29 ottobre, le opere saranno visitabili dal 30 ottobre al 29 novembre.
È a Napoli, in piazza Bellini, che incontro e intervisto Yoshiko Shimada. A facilitare la comunicazione dal punto di vista linguistico sono stati Simone Maugeri studente del corso di Laurea in Lingue e Culture Asia-Africa, Andrea Ferrara e Pierangelo Monaco del corso di Laurea in Letterature e Culture Comparate. Giovani studenti che prenderanno parte al workshop.
“È la seconda volta che vengo in Italia – esordisce Yoshiko Shimada – la prima volta è stata 40 anni fa quando sono andata a Firenze a studiare per sei mesi. In quel periodo ho visitato Napoli solo per pochi giorni. La prima cosa che ho visto adesso dopo essere arrivata qua è stata la bellissima stazione della metropolitana Toledo. Una cosa che mi piace dell’Italia è la continuità tra passato e presente, entrambi coesistono. In Giappone invece è tutto contemporaneo, tutto è nuovo”.
“Sono già stata al Parco Archeologico di Cuma – aggiunge l’artista – ed è lì che voglio fare la mia performance coinvolgendo gli studenti, sono molto entusiasta. Farò una performance completa il 28 ottobre, mentre il 29 ottobre, giorno di apertura della mostra, la farò in forma più breve. Entrambe le performance verranno riprese e il video sarà proiettato nello stesso luogo dal 30 ottobre al 29 novembre”.
Su cosa si basa la sua performance che verrà concepita durante il workshop?
La mia performance si basa sulla profezia di come sarà il mondo dopo il Covid. Sono rimasta colpita dalla storia della Sibilla Cumana e per la mia performance voglio ispirarmi a questa storia. Durante il workshop chiederò agli studenti e anche alle persone di Napoli di immaginare come sarà il mondo dopo il Covid. Penso anche alle storie dei romanzi di Mary Shelley, che dopo “Gothic novel Frankenstein” ha scritto “The last Man” in cui tante profezie vengono trasformate nel romanzo che lei ha raccontato. Così sarà anche la mia performance. Ogni studente porterà qualcosa all’interno del workshop che alla fine diventerà una grande performance e una sola grande profezia. Certamente nessuno può prevedere il futuro ma ognuno di noi lo può immaginare. Le risposte che daranno gli studenti e le persone per me saranno come tante profezie, cioè la capacità di immaginare il mondo post Covid. Queste profezie verranno scritte su foglie e su un tessuto rosa che avrà la forma di un banner. Alla fine del workshop, nel Parco Archeologico di Cuma gli studenti, che saranno solo donne, si trasformeranno in sculture viventi avvolte dal tessuto rosa e dalle foglie. Saranno la rappresentazione di tante Sibille umane che si affacciano sulle rovine di Cuma e che hanno addosso delle profezie. Una rappresentazione umana, come accadeva in Grecia, che darà vita ad una grande profezia.
Quanto è importante questa interazione con gli studenti?
La performance sarà un lavoro di gruppo, ogni studente darà la sua personale visione e profezia e alla fine si riuscirà a dare vita ad una grande profezia. Il Parco Archeologico di Cuma è un luogo speciale, sprigiona una grande spiritualità. Durante il workshop si potrebbe organizzare nel Parco di Cuma un rituale, in questo modo i partecipanti possono riempire l’area archeologica con immagini visive che possono aiutare a far emergere la grande profezia. Trovo molto interessante che ad ogni visitatore sia consentito entrare in mezzo alle rovine del Parco Archeologico di Cuma, in Giappone questo non può accadere.
Qual è la sua personale profezia sul mondo post Covid?
Non ho ancora una personale profezia post Covid, ma sono stata influenzata da un artista giapponese concettuale che è già morto. Secondo questo artista il genere umano scomparirà nel 2222 a causa della natura materialistica dell’uomo. Io invece mi soffermo più sulla spiritualità e sulla connessione dell’uomo con la natura, quindi penso che l’essere umano scomparirà perché non sarà in grado di collaborare con la natura.
C’è una sua opera a cui è maggiormente legata?
Voglio cambiare il mondo e anche l’arte vuole cambiare il mondo presentando delle visioni autentiche. Tutti i miei lavori fanno riferimento a problemi politici e a problemi e tematiche collegate con il femminismo.
Clara Salpietro