Si è concluso oggi a Napoli, presso i laboratori della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti, il workshop che ha visto protagoniste le artiste giapponesi Noriko Ambe, Yoshiko Shimada e Aoki Noe.
L’attività nella città partenopea delle tre artiste, che hanno raccontato la loro arte, le tematiche a cui si ispirano e i materiali utilizzati per le loro opere, rientra nel progetto innovativo “Magma Vivo nell’arte contemporanea giapponese”. Durante il workshop gli studenti della Scuola di Scultura sono stati coinvolti nella creazione di site specific che saranno inaugurati sabato 29 ottobre.
La coordinatrice del progetto “Magma Vivo” è la Professoressa Rosaria Iazzetta, artista, docente di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli e coordinatore della Scuola di Scultura. Nel 2002 è stata la prima Italiana ad accedere alla Tokyo National University of Art and Music, e l’unica italiana a vincere la borsa di studio per artisti edita dal Ministero degli Affari Esteri Italiano e dal Governo Giapponese. Proprio a Tokyo, nel 2002, inizia la sua attività di formatrice presso l’Istituto italiano di Cultura di Chiyoda e lo Shinko kurizu Opera City di Shinjuku. È la prima donna a insegnare scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Nel 2018 ha fatto un viaggio in moto in solitaria verso il Giappone partendo dall’Italia. In 118 giorni ha percorso 14.607 km, durante i quali ha raccolto le testimonianze di 58 donne di cultura e nazionalità differenti.
Prof.ssa Iazzetta, la Scuola di Scultura ha invitato a Napoli Shimada, Ambe e Noe. Quanto è importante questo incontro delle tre artiste con i vostri studenti?
L’importanza di avere a Napoli tre artiste di grandissimo rilievo in ambito internazionale, ma soprattutto in terra giapponese, è di poter dimostrare agli studenti la capacità di quello che non viene percepito all’esterno rispetto ad un territorio come il Giappone. Quello che conosciamo di questi territori è completamente diverso da quella che è la realtà. Noriko Ambe, Yoshiko Shimada e Aoki Noe sono tre protagoniste dell’arte contemporanea che a modo loro hanno costruito la propria identità creativa e per gli studenti ci sono dei fattori che secondo me sono molto significativi.
Quali sono questi fattori?
Il primo fattore in assoluto è il fatto che tre artiste abbiano una modalità così diversa di rappresentarsi: una con la carta, una attraverso il ferro e un’altra con la performance, pur parlando di contesti che in qualche modo hanno a che fare con la natura, la natura umana o la natura vegetale, oppure che hanno un riferimento che è radicato ad una storia del loro Paese o della loro appartenenza identitaria. Questo è importante e secondo me è un buonissimo modello ispirativo per capire quanto l’interazione con lo spazio in queste tre artiste sia completamente diversa, pur appartenendo ad una stessa base culturale.
Il secondo fattore importante in questo momento è anche attenzionare al lavoro e alla dedizione la capacità manuale di artiste che sono donne ma che soprattutto in qualche modo in quarant’anni della loro vita hanno sempre sostenuto l’importanza della scultura. Oggi si vive ancora dei retaggi culturali, c’è chi propone di abolire il linguaggio della scultura, il linguaggio singolo ma cerca di accorparlo a qualche altra cosa e dall’altro lato c’è anche la complessità di pensare che certi manufatti scultorei devono essere realizzati con delle mani di uomini, questo non vuol dire che c’è un’intenzione femminista ma c’è una attenzione paritaria. Vuol dire che nei nostri Dipartimenti non esiste una questione di genere e che la scultura è una questione interdisciplinare che appartiene a tutti, perché rientra nell’ambito della creatività ma intanto ha un linguaggio proprio.
Il terzo fattore è che gli studenti quando si confrontano con delle realtà completamente diverse affrontano varie tematiche. La prima tematica è la differenza culturale; la seconda è il linguaggio e quindi il processo di comunicare e l’arte sovrasta queste difficoltà perché ci si parla attraverso le forme, i contenuti e la sostanza creativa. La terza tematica è che imparare ad emulare le strategie, lo stato, le convinzioni di chi è già affermato nell’ambito dell’arte contemporanea diventa uno sprone esplicativo per ragazzi che stanno lavorando per diventare un giorno quelli che sono i loro modelli di confronto in questo momento.
Sabato 29 ottobre a Napoli alle ore 10 all’auditorium del Museo Archeologico Nazionale si terrà la conferenza stampa di apertura della Mostra “Magma Vivo nell’arte contemporanea giapponese”. Alle ore 12 al Parco Archeologico di Cuma si terrà la presentazione dell’opera di Noriko Ambe e della performance di Yoshiko Shimada. Alle ore 15 al Tempio di Serapide di Pozzuoli si terrà la presentazione dell’opera di Aoki Noe. Le opere saranno fruibili al Parco Archeologico di Cuma e al Tempio di Serapide di Pozzuoli dal 30 ottobre al 29 novembre 2022.
Clara Salpietro