Il 14 giugno l’arte di Brian Eno illuminerà le vele dell’Opera House di Sydney in occasione del festival di arte, musica e luce Luminos ospitato dalla città australiana. In occasione della performance le vele del famoso palazzo si trasformeranno in una gigantesca tela che ospiterà l’opera audio visiva 77 Million Paintings creata da Eno grazie ad un self-generating software in grado di manipolare 300 disegni fornendo nuove e molteplici forme.
In merito alla sua opera Eno ha dichiarato che il costante cambio di forme e colori aiuterà il pubblico “ad arrendersi ad un altro tipo di mondo. Tutti pensano che con questa crisi finanziaria non ci sia più spazio per l’immaginazione. Quindi è proprio questo il momento di ricominciare ad immaginare ed uno dei modi per imparare ad immaginare passa attraverso l’esperienza dell’arte. Non dimentichiamoci infine che l’immaginazione ha reso l’uomo capace di sopravvivere”.Da circa 25 anni, Eno scolpisce e piega alla propria volontà la luce fino a creare dipinti viventi, organizzando gallerie in tutto il mondo con televisori modificati, proiettori programmati e sculture di luce tridimensionali. Ama definirsi un “Musicista non musicista”, concetto matematico/taoistico presente anche in un suo libro manifesto intitolato Music For Non-musicians.
Apparentemente incapace di smettere di creare, il polistrumentista, scultore e pittore nonché videoartista seguita continuamente la produzione di opere di ogni tipo, senza lasciare che una forma espressiva precluda l’altra e così via, e pone sempre un occhio attento alla sperimentazione, continuamente in espansione e cangiante.
“Quando ho iniziato a lavorare su progetti visivi” racconta l’artista “volevo realmente realizzare dipinti che fossero più simili alla musica. Ciò significava realizzare opere visive che potessero mutare molto lentamente”. Speriamo solo che questa volta Eno si accontenti di 77 milioni di dipinti.