Proprio questa settimana vi avevamo annunciato la protesta dei 130 artisti contro il Guggenheim di Abu Dhabi, faraonico progetto creato da Frank Gehry che sorgerà nel 2015 nella ricca metropoli degli Emirati Arabi. Il drappello, tra cui figurano i nomi di Monica Bonvicini, Jimmie Durham, Mona Hatoum e Rirkrit Tiravanija si è scagliato contro i vertici dell’istituzione a causa del pessimo stato in cui versano i poveri operai che attualmente si trovano impegnati nel progetto. I 130 artisti hanno dichiarato di voler boicottare il museo e di rifiutare ogni tipo di donazione di opere o altra attività collegata alla prestigiosa istituzione.
Ebbene il tornado della protesta è andato ad abbattersi proprio nei giorni in cui gli Emirati Arabi con le loro manifestazioni Art Dubai e Sharjah Biennale cercano di imporsi all’attenzione della scena dell’arte contemporanea internazionale. A questo punto la reazione dei vertici del Guggenheim non si è fatta attendere più di tanto. I vertici dell’istituzione hanno infatti diramato un comunicato pubblico per rispondere alle accuse, il comunicato è controfirmato dai due ispettori che hanno effettuato i sopralluoghi nel cantiere del museo per accertarsi del corretto svolgimento dei lavori, nel pieno dei diritti umani internazionali: “il 100% dei lavoratori è in possesso di un regolare contratto” queste le dichiarazioni dei “controllori” rilasciate alla stampa. Il Guggenheim ha inoltre aggiunto che la posizione presa dal gruppo dei 130 rischia di mettere in cattiva luce il buon nome della “ditta”, cosa che potrebbe rivelarsi in molto grave per un museo ancora in fase di costruzione e per gli Emirati Arabi in particolare.
A riprova della buona fede degli ispettori, il gruppo di artisti dissidenti è stato invitato a recarsi fisicamente all’interno del cantiere in opera, per verificare il corretto svolgimento dei lavori. A noi tutto questo ci fa venir in mente quei famosi caschi di protezione per gli operai che compaiono solamente quando c’è un’ispezione in vista. Certamente le autorità si saranno date da fare in fretta e furia per regolarizzare la situazione dei poveri operai. Noi comunque vi terremo informati su ulteriori sviluppi.