Il 28 aprile 2011 inaugura Requiem Terrae, la personale di Inés Fontenla a cura di Lucrezia Cippitelli, che avrà luogo dal 28 aprile al 20 maggio 2011 nella Chiesa sconsacrata di San Filippino in via Giulia 134 a Roma.
L’artista concettuale Inés Fontenla lavora sull’eredità del mondo post-industriale e dell’idea di progresso (sociale, scientifico, tecnologico) che le società post-capitaliste avanzate stanno lasciando al pianeta terra. In un momento fortemente marcato dal dibattito sui beni naturali, sulla loro preservazione e sul rischio di un collasso irreversibile (si pensi ai dibattiti sulla privatizzazione dell’acqua, sull’energia nucleare e sul disastro ambientale avvenuto recentemente in Giappone), Requiem terre coinvolge lo spettatore sui temi ambientali, sul precario ecosistema terrestre che si sta logorando e sulle responsabilità di cui ciascun individuo deve farsi carico.
L’artista argentina ha realizzato un’installazione – nucleo centrale della mostra – che denuncia l’uso indiscriminato delle risorse della Natura da parte dell’essere umano. Il progetto parte e si sviluppa intorno alla “relazione perversa” che da sempre lega la civiltà occidentale alla Terra, procurando talvolta conseguenze disastrose e drammatiche per la stessa sopravvivenza dell’uomo. Requiem Terrae oltre ad essere un invito a prendere coscienza dei danni e dei drastici cambiamenti che l’attuale sistema di vita ha provocato, è un monito a guardare alla Terra come a un “entità vivente”, da ascoltare e con la quale relazionarsi trovando soluzioni di sviluppo partecipative e sostenibili che ne possano salvaguardare le capacità rigenerative.
“Il pianeta Terra è colpito e spezzato dall’uomo che sfrutta le sue risorse e le sue ricchezze all’infinito, senza rispettarlo, senza considerare le sue caratteristiche vitali e i suoi bisogni” dice Inés Fontenla. Requiem Terrae include anche la Carta della Terra, documento guida ratificato dall’Unesco nel marzo del 2000, che pone l’accento sulla precarietà di un futuro basato su un modello di sfruttamento ad libitum della Terra e sulla necessità invece di accorrere in soccorso del pianeta.
Una video animazione dell’artista inoltre ripercorrerà poeticamente la storia della Terra attraverso le mutazioni geopolitiche dell’ultimo secolo, segnando la mostra con un’altra incisiva riflessione sulla relazione tra azione e reazione, tra fatto storico e influenze che travalicano i limiti spazio temporali degli accadimenti.