La Fondazione VOLUME! di Roma inaugura il 6 maggio la mostra SANS FIN di Christian Boltanski. Un mese prima della Biennale di Venezia 2011 dove rappresenterà la Francia, l’artista realizza un intervento inedito che imprime allo spazio un movimento continuo, e come un vortice meccanico, espone tracce di memorie universali ed echi di dimensioni collettive e storie personali.
“In questo momento rifletto molto sulle cose che continuano: oggi c’è un popolazione e tra vent’anni ce ne sarà un’altra. La vita riprende sempre”. La casualità della nascita e del tempo storico dell’esistenza conferiscono fragilità e allo stesso tempo mistero alle singole identità le cui piccole memorie sono al centro dell’interesse di Christian Boltanski. Gli archivi, le fotografie, gli abiti, il battito del cuore, negli anni hanno rappresentato il tentativo di ricordare, di sfuggire all’hasard della morte ma anche di interrogare la casualità della nascita. Perché io e non tu, perché ora e non dopo… domande che testimoniano il desiderio di salvare il ricordo, conservare la vita e muovono tentativi destinati a fermarsi davanti al tempo della Storia. Un’arte, tuttavia, che solo apparentemente riflette la sconfitta perché, aldilà delle singole storie, la vita riprende sempre.
L’installazione SANS FIN, pensata per la Fondazione VOLUME!, chiama ad entrare all’interno dell’opera e ad interagire con il fluire del tempo lasciandosi sfiorare da grandi fotografie in movimento, dove rintracciare similitudini e lontananze, riflettere su storie incontrate per caso ma anche sulla dissolvenza e il ritorno della vita.
Christian Boltanski, artista francese tra i più rappresentativi del panorama mondiale, è nato a Parigi il 6 settembre 1944 e vive e lavora a Malakoff – Ile-de-France. Scultore, fotografo, pittore e cineasta, e membro del Narrative Art, movimento che rivendica il sostanziale uso della fotografia ed insegna alla Scuola Nazionale Superiore di Belle Arti di Parigi. Quest’anno Boltanski e stato scelto come rappresentante del padiglione Francese alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte de La Biennale di Venezia, con un progetto curato da Jean-Hubert Martin. I principali temi della sua opera riguardano la memoria, l’infanzia, la sofferenza provocata dall’assenza, per cui i video e le foto che realizza sono da considerare come testimonianze che permettono agli assenti di rivivere.
Tra i suoi ultimi interventi: “Personnes”, Grand Palais, Parigi, “Christian Boltanski. No Man’s Land”, Park Avenue Armory, New York, “Personnes”, HangarBicocca, Milano, “Danach”, Kewenig Galerie, Colonia nel 2010; “La vie possible”, Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz, “Vanitas”, Artproject Salzburg, Krypta Salzburg Cathedral nel 2009; “Christian Boltanski: Questions-Responses”, Le Consortium Dijon, Magasin 3, Stoccolma, La Maison Rouge, Parigi nel 2008; “6 septembres”, Marian Goodman Gallery, New York e “Monuments Noirs”, Kewenig Galerie, Colonia nel 2007. Nel 2006 ha ricevuto il Praemium Imperiale, per la scultura, dalla Japan Art Association di Tokyo e nel 2009 gli e stato assegnato il Premio De Gaulle-Adenauer, ex-aequo con il tedesco Anselm Kiefer.