Sotto inchiesta la Teca dell’Ara Pacis progettata da Richard Meier e inaugurata in occasione del natale di Roma nel 2004, ma stavolta non per le solite questioni sulla bellezza o sull’utilità dell’architettura (ricordiamo che il sindaco di Roma Alemanno nel suo programma elettorale propose di rimuovere la teca) ma perché la capitale si è svegliata la mattina del primo giugno con un evento che ci lascia senza parole. Un gabinetto con due confezioni da 40 rotoli di carta igienica e due gigantesche macchie di colore rosso e verde sono stati ritrovati sul muro della teca. L’azione è stata messa a segno prima dell’alba, senza testimoni.
“Si tratta di una azione ridicola, indice di un atteggiamento subculturale”. E’ il commento dell’assessore alla cultura Umberto Croppi. “Al di là del danno, per fortuna contenuto, il gesto è solo frutto di una esasperata voglia di protagonismo da parte di chi, dopo aver conquistato la scena con un paio di performances indolori e divertenti, si è illuso di avere titoli per compiere quelle che ritiene provocazioni artistiche. Non c’è neanche forza critica nella bravata – continua Croppi – ma solo povertà di idee e marginalità intellettuale: una cosa talmente insignificante da rendere impossibile perfino un commento”.
Marco Corsini, assessore all’urbanistica del Comune di Roma afferma ”Quello di oggi è un esempio di barbarie e inciviltà che va condannato in maniera ferma. Non si dimostra in questo modo il proprio dissenso – continua Corsini – che è già stato superato, avendo deciso di concordare con l’architetto Meier una migliore armonizzazione dell’opera con il generale contesto dell’area, che si definirà con l’avvio del progetto di riqualificazione e sistemazione di piazza Augusto Imperatore, nonché con l’idea di pedonalizzare il Lungotevere. Con simili bravate Roma non fa certo bella figura davanti agli occhi del mondo intero.”
Graziano Cecchini, il futurista che tinse di rosso l’acqua della fontana di Trevi e fece piovere una cascata di palline colorate in piazza di Spagna se ne guarda bene dal rivendicare la paternità dell’opera, ma spara a zero contro il sindaco Gianni Alemanno: “Un anno fa – dice – i nuovi governanti della città avevano annunciato in campagna elettorale un intervento sull’Ara Pacis, ma non hanno fatto nulla. Qualcuno ha deciso di ricordarglielo. Se vogliamo essere una metropoli, se vogliamo provare a stare al passo di Barcellona o almeno di Lisbona, dobbiamo cominciare a fare qualcosa di nuovo. E poi io lo dico sempre: una macchia di colore vi seppellirà”.
Per concludere noi di Globartmag pensiamo che in questo momento Roma necessiti di tante migliorie come ricostruire le strade, gli ospedali e le scuole pubbliche e in questo periodo di crisi economica internazionale togliere o cambiare l’aspetto dell’Ara Pacis ci sembra solo un buttare i soldi inutilmente.