In questi giorni il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato un’interessante analisi sulle mostre blockbuster, vale a dire eventi che ospitano i più grandi maestri dell’arte nei più prestigiosi musei del mondo con l’intento di fare cassetta, racimolando fantastiliardi a destra e a manca e vendendo un numero spropositato di biglietti. Matisse, Van Gogh, Tiziano, Raffaello, Gauguin e chi più ne ha più ne metta. Nessuno si salva al triste destino della mostra blockbuster. Spesso e volentieri però il corpus di ogni mostra è formato da pochissime opere maggiori e molte opere minori di un dato maestro.
Altro grosso aspetto negativo è rappresentato proprio dalla incredibile affluenza di pubblico che di fatto impedisce una corretta fruizione delle opere e costringe i poveri visitatori a sbracciarsi o peggio ancora a divenir preda di una corrente umana che li strascina lontano dal dipinto tanto sospirato. Il Guardian ci fa però notare che la tendenza delle mostre blockbuster in Gran Bretagna potrebbe presto subire una brusca variazione di rotta. La National Gallery avrebbe infatti intenzione di porre delle limitazioni alla prossima mostra in programma, sarebbe a dire Leonardo da Vinci: Pittore alla corte di Milano. Dopo l’incredibile affluenza al Tate Modern per la mostra su Gauguin (più di 20 persone attorno ad ogni opera, praticamente impossibile godersi la mostra in santa pace), la National Gallery sarebbe rimasta scottata dall’accaduto e vorrebbe quindi limitare il numero di visitatori a 180 per ogni mezz’ora, prolungando l’orario di apertura dei suoi spazi.
Il problema è il fulcro della mostra alla National sarà rappresentato da un gruppo di sole 7 opere importanti ed altri documenti vari, tirando brevemente le somme è facile comprendere che 180 visitatori si focalizzeranno esclusivamente su quelle opere, creando un caos inimmaginabile. Sempre il Guardian suggerisce quindi di abolire queste mostre blockbuster ma sarebbe impossibile togliere al pubblico il privilegio di ammirare le opere di grandi maestri dell’arte. Forse sarebbe meglio ripensare l’intera formula, offrire il meglio della produzione di un artista e non pensare solamente al bottino. Del resto i grandi nomi attirano grandi folle, non lamentiamoci di questo.