Le ultime immagini di Pier Paolo Pasolini, ritratto a pochi giorni dalla morte, in mostra alla Triennale di Milano (dal 14 giugno al 28 agosto 2011): in settantotto scatti, rimando alla poetica e all’immaginario dei film pasoliniani, la testimonianza del lascito del Poeta e della valenza artistica di Dino Pedriali. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Johan & Levi Editore e con il sostegno di Rottapharm|Madaus.
La Triennale di Milano presenta una mostra incentrata sulla quotidianità di Pier Paolo Pasolini in quelli che sarebbero stati i suoi ultimi giorni di vita, fissata dall’obiettivo dell’allora venticinquenne fotografo Dino Pedriali, scelto personalmente da Pasolini come autore di un reportage sulla sua figura per illustrare Petrolio, il romanzo allora in fieri, nel quale era desiderio del Poeta entrare con tutto il suo corpo, oltre che con le parole. Le intense immagini di Pedriali, rigorosamente in bianco e nero, ritraggono il Poeta che scrive con la sua Olivetti 22, che guida la famosa Alfa, che si lascia scomporre i capelli dal vento sul ponte di Sabaudia, che disegna nella casa di Chia, che legge. Primi piani, mezzibusti, campi lunghi si alternano in un gioco tra fotografo e soggetto, un continuo scambio tra foto spontanee e inquadrature studiate. Come i nudi, immagini in cui il Poeta e il fotografo concordano una sequenza: il nudo è inizialmente ripreso dall’esterno della casa e Pasolini deve essere naturale fingendo di non accorgersi della presenza dell’obiettivo, per lasciare poi spazio alla sorpresa; il poeta “scopre” il fotografo, lo cerca con lo sguardo all’esterno, oltre il vetro.
E’ una storia coinvolgente quella narrata da questa selezione di 78 immagini, che cela forse in sé un destino e sigla tacitamente e inaspettatamente – lo si comprenderà solo dopo l’uccisione del poeta e più ancora dopo la pubblicazione di Petrolio – una sorta di “consegna del corpo” da parte di Pasolini al fotografo. Pedriali e Pasolini fissano un incontro il 2 novembre 1975 per scegliere gli scatti migliori, ma Pasolini a quell’incontro non si presenterà mai.
Il giovane Pedriali diventa allora custode di un prezioso lascito e nel suo percorso di artista sarà fondamentale la ricerca sul corpo e sul nudo per dare seguito e valore a questi scatti-testimonianza. Oggi le immagini del reportage rivelano al pubblico quel mondo privato giunto a noi attraverso l’arte di Dino Pedriali, sensibile fotografo e prezioso testimone di quegli ultimi sguardi intensi del grande intellettuale.
Dino Pedriali nasce a Roma nel 1950 e inizia a lavorare nel mondo dell’arte con il gallerista torinese Anselmino. L’iniziazione alla fotografia arriverà grazie all’incontro con Man Ray, cui Pedriali farà da assistente durante il viaggio italiano all’inizio degli anni settanta. E’ autore di famosi servizi fotografici a Giacomo Manzù, Giorgio De Chirico, Federico Zeri, Alberto Moravia, Federico Fellini, Rudolf Nurejev, Andy Warhol, Man Ray. Pedriali, rimasto fedele alla fotografia in bianco e nero, ha fatto del nudo maschile il suo genere d’elezione. Achille Bonito Oliva ha recentemente omaggiato la carriera di Pedriali dedicandogli la copertina del volume La camera dello sguardo – Fotografi italiani.