Ancora una volta la grande panoramica sulla street art dal Art in the Streets, fortemente voluta da Jeffrey Deitch nel suo MOCA di Los Angeles, torna a far parlare di sé. La mostra ha ricevuto critiche freddine da parte della stampa di settore ed in seguito la polizia losangelina ha attuato una dura politica di repressione contro gli street artist locali che in onore della grande mostra, avevano iniziato a creare le loro opere nei dintorni del museo “imbrattando i beni pubblici” o almeno questa è la tesi sostenuta delle autorità.
La street art, lo dice il termine, è una forma artistica nata per essere creata e fruita liberamente nel contesto urbano. Con le mostre nei musei però le cose cambiano, ad esempio il biglietto d’ingresso di Art in the Streets costa 10 dollari, una cifra che molto spesso non tutti possono permettersi, specialmente i più giovani. Ad ovviare a questo problema ci ha pensato Banksy, che in questi giorni ha compiuto una delle sue azioni ad effetto. Stavolta però il nostro beniamino non ha piazzato clandestinamente le sue opere dentro ad un museo e non ha nemmeno piratato i dischi di Paris Hilton ma ha compiuto una vera e propria opera pia per l’intera popolazione di Los Angeles. Banksy ha infatti effettuato una cospicua donazione al museo e l’ingente somma di denaro andrà a coprire il costo dei biglietti d’ingresso alla mostra.
Ogni lunedì fino alla chiusura (il museo è aperto dalle 11 di mattina alle 17) di Art in the Streets (prevista per il prossimo 8 agosto) il pubblico potrà quindi usufruire di un ingresso gratuito per ammirare le meraviglie di un’arte che in buona parte gli appartiene. Dopo la tappa losangelina, Art in the Streets viaggerà fino a New York dove inaugurerà il 30 marzo del 2012 al Brooklyn Museum. C’è già chi è pronto a giurare che anche nella Grande Mela, Banksy offrirà l’ingresso a tutti.