Dopo le vicende di Richard Prince e le sue opere create utilizzando fotografie di Patrick Cariou, torniamo ancora una volta a parlare di arte e diritto d’autore. Questa volta la mosca al naso è saltata a Robert J Lang che si è visto scopiazzare alcune sue opere in maniera abbastanza plateale da Sarah Morris. Il bello è che Lang è un artista che lavora prevalentemente con la tecnica orientale dell’Origami e Sarah Morris è una pittrice. Ed allora, come si è potuto compiere l’orrendo misfatto?
Partiamo dall’inizio, Lang ha iniziato la sua carriera negli anni ’60 ed a quei tempi l’occidente non aveva molta dimestichezza con l’origami. L’arte del piegare la carta infatti ha cominciato a diffondersi nel resto del mondo a partire dagli anni ’70 ed ’80 quando sono state introdotte nuove tecniche e soprattutto nuove figure al fianco di quelle tradizionali, l’origine dell’origami (in Giappone) è infatti strettamente legata alla religione scintoista e molti la datano attorno all’epoca Muromachi, vale a dire 1392-1573.
Lang è uno dei più grandi artisti origami del contemporaneo ed è anche uno dei più abili nella tecnica del Crease Pattern. Tale tecnica consiste nel tracciare sul foglio le linee che rappresentano lo schema di piegature da seguire per ottenere una forma origami, sia essa reale od immaginaria. In parole povere il Crease Pattern è una sorta di complesso libretto di istruzioni su come eseguire una determinata figura.
Ebbene questi complessi schemi governati da meravigliosi intrecci geometrici hanno di per sé una valenza segnica che li rende molto simili a capolavori di optical art. Tutto ciò non è certo sfuggito a Sarah Morris che ha praticamente scopiazzato alcune opere di Crease Patterns create da Lang, aggiungendo il colore alle geometrie monocrome, un poco come fanno i bambini con libri del tipo “impariamo a colorare”. Lang non è però l’unica vittima della Morris, anche altri artisti come Noboru Miyajima, Manuel Sirgo, Nicola Bandoni, Toshikazu Kawasaki e Jason Ku hanno sporto denuncia per un totale di circa 25 opere “soffiate”. Stando alle foto le somiglianze ci sono, ora non resta che attendere il verdetto della corte del distretto della California del Nord per dichiarare con certezza l’esistenza di un nuovo caso Prince-Cariou.