Permettetemi oggi di dare una notizia un poco diversa dal solito, questo perché riguarda una soddisfazione personale che di riflesso interessa anche la giovane scena dell’arte contemporanea. Ho da diverso tempo iniziato una sorta di attenta ricognizione sulle giovani leve dell’arte, visitando studi e facendomi consigliare da altri artisti, già mid-career, quali nuovi talenti ritenevano degni di particolare attenzione.
Ho quindi iniziato ad inserire gli artisti che mi sembravano più “freschi” in alcuni eventi, con l’obiettivo di dargli nuove possibilità all’interno di un circuito fin troppo prono su sé stesso e poco avvezzo alle novità. Agli inizi di quest’anno, sotto consiglio dell’artista Davide Orlandi Dormino, ho visionato le opere di Ammar Al-Hameedi un giovane e promettente artista di origini irachene. Quella visita si è poi trasformata in una meravigliosa mostra all’Ambasciata della Repubblica dell’Iraq di Roma nel marzo di quest’anno. Inutile sottolineare l’importanza di fornire una piattaforma di visibilità ad un’arte medio orientale che proprio in questi ultimi tempi ha sfornato un nutrito drappello di nuove ed interessanti proposte. Ebbene, a pochi mesi da quella mostra ho avuto un ulteriore conferma, se mai ne avessi avuto bisogno, dele capacità creative di Ammar Al-Hameedi. Si è infatti da poco svolta a Milano l’inaugurazione dell’VIII Premio Nazionale delle Arti, sezioni Arti Figurative, Digitali e Scenografiche per la prima volta organizzato dall’Accademia di Belle Arti di Brera.
Mmmar ha vinto la sezione scultura della prestigiosa manifestazione, al suo talento vanno tutte le mie più sincere congratulazioni. Vorrei quindi chiudere questo articolo con un breve stralcio del testo che scrissi a marzo in occasione della mostra all’Ambasciata irachena: “Quella di Ammar Al-Hameedi è una sperimentazione su forme e segni decisamente spontanea che già reca in sé le tracce di futuri consolidamenti. Oggi, in questo clima di tensione che avvolge il globo, Ammar Al-Hameedi è qui, in tutto il suo vigore giovanile, a ribadire l’importanza delle nostre radici.”
Micol Di Veroli