OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO
Sabato 25 e domenica 26 giugno 2011
MACRO, corte interna
via Nizza 138 – Roma
Sabato 25 giugno 2011, dalle ore 17.30 fino alla chiusura serale, e domenica 26 giugno 2011 per
tutta la giornata, OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO invita gli operatori, il pubblico dell’arte e
tutti i cittadini, a una grande assemblea aperta al Macro.
L’obiettivo di questo incontro è difendere lʼarte del nostro paese e mostrare le possibilità di una
cultura viva, che produce eccellenze e risorse economiche. Una cultura fatta di dialogo tra le
diverse discipline che la compongono e di apertura verso la cittadinanza.
Questa assemblea è il risultato della recente mobilitazione degli operatori artistici, unitisi
nellʼosservatorio OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO per affermare principi di trasparenza e
buone pratiche nella gestione delle politiche culturali, in relazione alle difficoltà del museo dʼarte
contemporanea della città.
Gli incontri da cui è nato OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO hanno portato alla
consapevolezza della urgenza di ricostruire una comunità delle arti contemporanee che diventi interlocutore necessario nelle scelte politiche che riguardano il nostro settore.
OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO è in dialogo con altri gruppi che, come il Teatro Valle Occupato, si sono mobilitati per affermare il valore civico delle attività produttive e lavorative della cultura. Il programma definitivo dellʼincontro, che comprende interventi e comunicazioni di operatori di arte visiva, architettura, musica, letteratura, teatro, cinema, sarà reso noto sabato 25 giugno.
Chi siamo
La situazione culturale generale ha spinto artisti, curatori, critici e galleristi a riunirsi per affermare principi di trasparenza e buone pratiche nella gestione delle politiche culturali. È così nato OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO: una collettività che si è aggregata per prendersi cura della cultura e delle arti contemporanee.
Noi sosteniamo che…
la realizzazione dei musei MACRO e MAXXI ha allineato Roma alle altre capitali europee e, soprattutto, ha finalmente dato la giusta attenzione alle arti contemporanee.
In particolare, l’esempio fornito dal MACRO, in questi ultimi due anni di rinnovamento strutturale, mostra concretamente come le arti visive contemporanee e i luoghi ad esse deputati, possano aspirare a diventare centri di aggregazione e crescita culturale e sociale, se rivolti a un’intera comunità piuttosto che a una platea di soli operatori.
È fondamentale, tuttavia, che il progetto curatoriale di un museo sia accompagnato e sostenuto da un’adeguata politica culturale, che in questo momento è carente.
Nella nostra qualità di addetti ai lavori, che da tempo si confrontano e riflettono su queste problematiche (la Carta Etica e il Manifesto di ADA, allegati, ne sono concreti esempi), ci siamo incontrati e abbiamo elaborato alcuni punti, volutamente semplici e sintetici, sui quali dialogare con le Istituzioni, al fine di attuare delle politiche specifiche che rendano un museo delle arti contemporanee quale il MACRO un reale punto di riferimento per la città.
Chiediamo che siano finalmente posti in atto i provvedimenti necessari affinché il MACRO svolga a pieno titolo la funzione per cui è stato realizzato: creare cultura, valore fondamentale di una comunità civile.
Un museo delle arti contemporanee, costituito in fondazione pubblica, deve:
Relazionarsi con la città
Il museo deve essere messo in grado di diventare un osservatorio attivo e aperto sulla città, che opera in collaborazione con le università, le accademie, le fondazioni e le associazioni culturali, sostiene e promuove la cooperazione tra i diversi soggetti culturali.
Avere un direttore nominato con concorso pubblico
Chiediamo che i direttori dei musei delle arti contemporanee siano designati per mezzo di concorsi pubblici internazionali, come avviene nella maggioranza dei paesi dell’Unione Europea, sulla base del riconoscimento delle specifiche competenze professionali raggiunte per esperienza e per titoli e sulla presentazione di un progetto curatoriale.
Avere un budget adeguato per svolgere la propria attività culturale
Sostenere progetti sul territorio
Il museo deve essere un punto di riferimento per gli operatori più direttamente legati alle arti contemporanee, ma anche per le attività economiche per cui esso può fungere da volano, divenendo propulsore di sviluppo economico e sociale per l’intera città. Il museo deve avere costante e particolare attenzione a tutte le realtà che operano sul territorio, incluse le associazioni per lo sviluppo, la promozione e la diffusione della ricerca e della cultura artistica contemporanea e le non profit.
Favorire un’attiva partecipazione del pubblico
Chiare ed efficaci le argomentazioni dell’Arts Council England che scegliamo di citare senza commento: “Le arti arricchiscono le vite delle persone. Tutti dovrebbero avere il diritto di trarre beneficio dal finanziamento pubblico delle arti. Per raggiungere quest’obiettivo, vogliamo far sì che le arti si concentrino sempre più sulla creazione di un pubblico per le opere di alta qualità, e che le necessità dei pubblici e delle comunità siano al centro di ciò che noi finanziamo. Noi crediamo che quante più persone faranno esperienza delle arti e contribuiranno a determinarle, tanto maggior beneficio ne trarranno la società, le comunità e gli individui. Ciò andrà anche a beneficio delle arti – offrendo loro nuove fonti di idee e ispirazione, nuovi mercati e nuovi flussi di reddito.” (Arts Council England, Achieving Great Art for Everyone. A Strategic Framework for the Arts, London, 2010, p. 31)
Garantire l’autonomia gestionale e la continuità del progetto culturale
Essere staccato dalla politica non vuol dire estraneità dalla vita pubblica, bensì non dover essere condizionati da ingerenze partitiche e da modalità e da pratiche clientelari. Le sovvenzioni devono essere definite senza possibilità di ritiro o di sospensione a prescindere dal colore dell’amministrazione di turno. È, infatti, impossibile gestire un’istituzione culturale se la politica taglia risorse economiche e considera la cultura in maniera solo strumentale. L’indipendenza gestionale, economica e politica di qualunque museo cittadino è fondamentale per la realizzazione di una programmazione culturale di ampio respiro. Un’indipendenza economica cui può dare una boccata d’ossigeno anche l’apertura a partenariati privati. A tale scopo si ribadisce l’importanza della creazione di una commissione nazionale sul modello degli Arts Council. Un museo delle arti contemporanee per avere autonomia e piena indipendenza gestionale deve avere un profilo giuridico definito e non più profili ibridi (come il MACRO che è ancora subordinato alla Sovrintendenza).
OCCUPIAMOCI DI CONTEMPORANEO
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